Ex Ilva, dai commissari 20 milioni per 12 progetti di rigenerazione sociale a Taranto

Oltre 20 milioni di euro sono stati messi a disposizione dall’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva per il piano di rigenerazione sociale a Taranto. Andranno a finanziare 12 progetti avviati dal Comune e che sono in via di realizzazione. Lo stato di avanzamento degli interventi è intorno all’80 per cento.

«L’ottimo lavoro fin qui svolto dalle direzioni comunali competenti conferma quanto l’amministrazione sia sempre più vicina alle esigenze della comunità, in particolare di quelle fasce sociali in condizioni di disagio e per questo bisognose di azioni di contrasto alle gravi crisi economiche ed ambientali che da anni stanno riguardando un intero territorio», commenta il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.

Il Comune ha provveduto all’attivazione di un programma di intervento per minori considerati maggiormente a rischio che sta dando vita ad un’assistenza multisistemica in grado di favorire l’integrazione e la socializzazione dei ragazzi e di aiutarli a prendere consapevolezza delle proprie attitudini, attraverso la partecipazione ad attività laboratoriali, per poi sperimentarle nel mondo del lavoro.

Finora sono stati utilizzati tra i 4 e i 5 milioni di euro sulla disponibilità di 7 milioni e mezzo previsti, mentre è stato ultimato il progetto, rientrante in un più articolato piano sociale di rieducazione del detenuto e di valorizzazione della dignità del lavoro, che verteva sull’ampliamento del laboratorio di pasticceria già attivo all’interno della casa circondariale.

Accanto alle attività di sostegno previste a favore di categorie disagiate vi sono anche quelle rivolte agli anziani e ai disabili con misure e servizi volti ad assicurare prestazioni sociali capaci di migliorare la qualità della vita. Tre milioni di euro sono stati destinati a interventi con cui si promuovono sostegni allo studio universitario e oltre 2 milioni e 100mila euro al supporto assistenziale e al reddito fornito sia a persone appartenenti a categorie più deboli sia a nuclei familiari non in grado di fronteggiare l’aumento delle tariffe delle utenze domestiche.

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