Distribuzione, salta l’intesa all’Ikea di Bari. La protesta dei lavoratori

La rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale della distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019, ha riportato i lavoratori in piazza per una protesta in un giorno particolarmente significativo: la vigilia della Pasqua. Diverse le iniziative organizzate dai sindacati anche in Puglia, con Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, in prima linea nel denunciare la resistenza nel sottoscrivere l’accordo contrattuale.

Tra queste il sit-in dei lavoratori Ikea di Bari ieri mattina all’esterno del punto vendita. I ritardi accumulati, così come in occasione del precedente rinnovo, causano «una perdita secca per le lavoratrici e i lavoratori, nell’ordine di svariate migliaia di euro e in termini di minor massa salariale percepita nell’arco della vigenza contrattuale rispetto ai loro colleghi che, pur svolgendo ed operando nel medesimo ambito settoriale, si videro corrispondere trattamenti economici più significativi», denunciano le organizzazioni sindacali in una nota unitaria.

Luigi Spinzi, segretario generale regionale della Fisascat Cisl Puglia, dichiara che «la rottura delle trattative da parte di Federdistribuzione dimostra, ancora una volta, la volontà di non voler riconosce diritti e salari alle persone che al tempo del covid hanno garantito la sopravvivenza delle aziende associate ma solo speculare e trarre profitto dal loro lavoro, mortificandone le professionalità».

Barbara Neglia, segretaria generale della Filcams Cgil Puglia, rileva «l’importanza della riuscita dello sciopero, perché le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo il cui contratto di assunzione afferisce a Federdistribuzione, hanno diritto all’adeguamento del loro salario, al pari dei loro colleghi di Confcommercio e Confesercenti. Oggi sono rimasti gli unici nel panorama del settore del Terziario a non aver sottoscritto il rinnovo».

Marco Dell’Anna, segretario generale regionale della Uiltucs, evidenzia infine che «la rottura delle trattative con Federdistribuzione rappresenta un attacco inaudito ai diritti ed alla dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, ai quali Federdistribuzione non solo non riconosce il giusto salario ma pretende anche di peggiorarne le condizioni normative, a partire dal riconoscimento della professionalità», conclude Dell’Anna.

Se per il rinnovo del contratto nella grande distribuzione le parti sembrano quantomai lontane, non è così per quello relativo alla distribuzione cooperativa. È stato siglato, infatti, il nuovo accordo da Confcooperative consumo e utenza, Ancc-coop, Agci settore consumo e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs prevede un aumento a regime di 240 euro lordi al quarto livello e una tantum di 350 euro riparametrati e riproporzionati per tutte le posizioni.

«Rafforzate anche le misure a sostegno del welfare per gli oltre 60.000 lavoratori delle cooperative coinvolte: permessi aggiuntivi alle neomamme, incentivi economici ai padri che decidono di fruire del congedo facoltativo in alternativa alla madre, facilitazioni per la fecondazione assistita e per i ricongiungimenti familiari», afferma Confcoperative.

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