Bosch non ha intenzione di chiudere il suo stabilimento di Bari. Parola di Renato Lastaria, general manager di Bosch Italia che è intervenuto durante un incontro stampa a Milano. L’obiettivo dell’azienda è trovare nuovi prodotti e una rinnovata strategia aziendale per inserirlo nel piano di redistribuzione globale delle attività della multinazionale. «Dobbiamo trovare una nuova identità industriale per Bari, assicurando al sito un futuro a medio e lungo termine. La strategia – ha ribadito Lastaria – è basata sulla riqualificazione del personale per esigenze interne e per l’esterno. Ma i nuovi prodotti richiedono meno addetti, ci sarà un adeguamento del personale in modo volontario e incentivato».
Il nodo dei licenziamenti
L’intero stabilimento, sarà infatti comunque soggetto a una riduzione del personale, come stabilito dall’accordo sottoscritto da azienda e sigle sindacali lo scorso anno: 700 uscite entro 5 anni su un totale di 1.700 collaboratori. Le rassicurazioni sulla volontà di non chiudere lo stabilimento al netto della revisione occupazionale, arriva dopo le ultime proteste dei sindacati risalenti allo scorso 29 marzo, quando avevano manifestato con un picchetto davanti alla sede della Regione Puglia in via Gentile. Grossi dubbi erano stati avanzati in quell’occasione sul piano industriale presentato ormai quasi due anni fa a luglio del 2022 per la ricerca di nuovi prodotti che andassero al di là del settore automotive. Da qui la richiesta di convocare il prima possibile un tavolo di crisi al ministero delle Imprese e del Made in Italy, per trovare soluzioni concrete in grado di salvare i 1600 posti di lavoro tutt’oggi a rischio.
Il punto dei sindacati
«Che lo stabilimento non verrà chiuso lo sappiamo già, c’è un accordo con l’azienda fino al 2027 sottoscritto già da un anno e che prevede che non si possa licenziare. Quello che la Bosch ci deve dire è come intendono rilanciare la produzione, quali prodotti verranno messi in campo per l’impianto di Bari. Sul tema per il momento zero risposte», aveva dichiarato circa due mesi fa il segretario generale della Fiom Cgil di Bari Ciro D’Alesio. L’allocazione a Bari di produzioni di componenti per e-bike non solo non ha compensato i cali dei volumi del diesel, ma anzi si sta a sua volta riducendo del 50% rispetto alle aspettative. Se Bosch non avvierà una seria diversificazione produttiva, lo stabilimento di Bari rischia concretamente di chiudere. Gli ammortizzatori sociali scadranno nel 2025 e i lavoratori sono estremamente preoccupati. Se non verrà fatto nulla non ci saranno solo 700 esuberi, che tra l’altro sono su base volontaria.