Bosch, c’è l’intesa preliminare sullo stabilimento di Bari

Sullo stabilimento Bosch di Bari è stato definito a Roma, alla presenza della Regione Puglia e del Ministero dello Sviluppo economico, un duplice preliminare di intesa che si articola in due testi: una intesa quadro che apre un un percorso per i prossimi cinque anni e un contratto di solidarietà per il prossimo anno.

Lo rendono noto i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Uglm, spiegando che «il preliminare sarà sottoposto ad una consultazione di mandato ed entrerà in vigore se sarà approvato dai lavoratori dopo le assemblee sindacali che saranno indette nei prossimi giorni». L’intesa quadro contiene l’impegno di Bosch a dare continuità produttiva allo stabilimento di Bari e a non licenziare per tutta la durata dell’accordo, vale a dire fino a tutto il 2027, a fronte del possibile utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi e di uscite solo volontarie.

Sono specificati alcuni primi investimenti che porteranno occupazione per circa 150 persone ed è contenuto un impegno più generale a cercare nuove produzioni anche in relazione alle attività di ricerca svolte a Bari e incentivate dalla Regione Puglia con un contesto di programma da 15,6 milioni di euro, nonché attraverso l’insourcing di produzioni oggi effettuate altrove. Inoltre sono prorogati alcuni accordi aziendali sull’organizzazione del lavoro che saranno oggetto di verifiche periodiche. Infine è previsto un tavolo di monitoraggio anche con Governo e Regione, per verificare che il processo di diversificazione industriale proseguirà con nuove produzioni in grado di compensare progressivamente il calo dovuto alle disposizioni europee sul passaggio all’elettrico. Per quanto concerne il contratto di solidarietà, lo stesso viene pattuito per un anno a partire dal 29 agosto.

Si prevede il principio della rotazione e della equa ripartizione del lavoro fra mansioni fungibili. «Una intesa importante – dicono Fim, Fiom, Uilm, Uglm – , che dovrà costituire la base per proseguire la battaglia sindacale per ottenere nuove lavorazioni a Bari. Inoltre premeremo affinché le Istituzioni supportino la tutela dell’occupazione e in particolare il Governo superi i limiti attualmente posti dal jobs act all’utilizzo degli ammortizzatori sociali».

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