Boom di pil e posti di lavoro a Brindisi: «Il deposito Edison farà rinascere la città»

Ieri mattina il direttore del Censis, Massimo Valerii, ha presentato ai consiglieri comunali lo studio condotto dall’istituto di ricerca sugli impatti socio-economici del deposito gnl di Edison, che servirà per alimentare navigli e soprattutto autotreni. Si parla di un investimento da 150 milioni di euro che il Censis stima possa generare tra lavoratori diretti, indiretti e indotto fino a 1.140 posti di lavoro e ricadute (nel decennio 2026-2035) sul territorio, in termini di valore di produzione, pari a 441 milioni di euro. I posti di lavoro diretti a regime, invece, saranno 31. I settori dell’economia locale maggiormente attivati in fase di cantiere (che durerà 30 mesi) saranno quelli della metallurgia, delle costruzioni, della fabbricazione di macchinari, oltre agli studi professionali. Una volta in esercizio, per il Censis l’impianto produrrà effetti benefici sulla logistica e sui servizi portuali. In particolare, Valerii ha spiegato come le compagnie crocieristiche si stiano orientando verso la costruzione di navi alimentate a gnl, pertanto il deposito renderebbe più attrattivo il porto di Brindisi in quanto gli armatori lo sceglierebbero per effettuare il rifornimento. Ciò, secondo il Censis, porterà fino a 80.000 crocieristi in più all’anno.

Dalle opposizioni, però, sono stati sollevati diversi interrogativi. Il consigliere di Bbc, Riccardo Rossi, ha chiesto conto dei dati e delle proiezioni circa le immatricolazioni dei mezzi pesanti e delle navi da crociera a gnl. Inoltre, l’ex sindaco ha evidenziato come molto dipenderà dall’andamento del costo del gas e dalla conseguente convenienza a utilizzarlo nel trasporto. Infine, ha fatto presente che 80.000 crocieristi aggiuntivi l’anno (al 2035) significano soltanto 13-15 navi in più. Sul punto, Valerii ha precisato che la forbice prevista dal Censis va da 15 a 30 navi aggiuntive.

Roberto Fusco del M5s ha invece posto l’accento sul fatto che, se si stimano ritorni così importanti per un investimento del genere, allora Brindisi non dovrebbe essere così povera data l’esistenza di impianti come la centrale Enel, che impattano notevolmente di più di un deposito gnl in termini di ricadute economiche. Il pentastellato, inoltre, si è posto l’interrogativo sui motivi per cui, se la sussistenza di un deposito costiero di gnl è fondamentale per non essere esclusi dalle rotte future delle crociere, porti come Bari o Napoli non abbiano deciso di ospitare tale infrastruttura. L’ultima eccezione di Fusco ha riguardato le possibili perdite in termini di altri traffici causate dalle interdizioni che verranno prescritte quando ormeggeranno le navi metaniere.

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