«Siamo stati abbandonati da tutti. Le istituzioni e gli esponenti politici, che in questi mesi si erano impegnati e avevano fatto promesse, sono tutti scomparsi. Non c’è più nessuno a preoccuparsi di questi lavoratori». A dirlo è Pino Anaclerio, segretario della Femca Cisl di Bari, a un mese esatto dai licenziamenti che Baritech ha inviato ai 113 dipendenti dello stabilimento barese dopo la fine degli ammortizzatori sociali.
Un’ultima speranza ancora in piedi è quella prospettata – in sede di tavolo prefettizio – dall’Area di sviluppo industriale del capoluogo pugliese, con la quale si era parlato dell’obbligo dell’avvio di un nuovo processo produttivo in quello stabilimento, altrimenti Asi avrebbe potuto riacquisire l’area in questione. Da diverso tempo le organizzazioni di categoria hanno chiesto un incontro per cercare di capire se sul territorio ci fossero altre società interessate all’acquisizione della ex Osram, ma sinora nessuna risposta è arrivata dai vertici dell’Asi: «Sono tutti fermi – commenta Anaclerio – e con noi non è rimasto più nessuno. Speriamo di poter tornare davanti alla prefetta per poter ridiscutere di questa ipotesi lasciata in sospeso».
Vero è che queste persone stanno ricevendo la NASpI, ma è anche vero che si tratta di un reddito irrisorio che riesce a garantire il sostentamento delle famiglie per non più di dieci giorni al mese. E, soprattutto, per un periodo che non sarà lunghissimo, compreso tra i 12 e i 18 mesi. «Questi operai si sentono delusi, traditi e lasciati a sé stessi» dice Anaclerio, che aggiunge: «Speriamo davvero che chi aveva fatto delle promesse si impegni a mantenere ciò che aveva detto nei confronti di questi lavoratori e delle loro famiglie. Cosa che sinora non è stato fatto: sono scomparsi tutti, dagli esponenti locali a ai politici regionali e nazionali».
In queste settimane i lavoratori, attraverso i legali incaricati dalle varie sigle sindacati, hanno inviato all’azienda le raccomandate di diffida per opporsi ai licenziamenti (che si sarebbero potuti evitare) e per chiedere garanzie sul pagamento del trattamento di fine rapporto. Sul primo punto Baritech – la quale ha annunciato che non farà passi indietro – ha replicato che non è possibile fare più nulla in quanto si tratta di cessazione di attività; sul secondo ha annunciato che il Tfr sarà pagato solo ratealmente. «Non possiamo essere d’accordo su questo – ha detto Anaclerio -, perché si tratta di soldi dei lavoratori che l’azienda avrebbe dovuto mettere da parte per poi restituire ai dipendenti in un’unica soluzione. A fronte di questo ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria per far rispettare quelli che sono i diritti di queste persone». Il prossimo passo, quindi, sarà quello di impugnare i licenziamenti (insieme a eventuali mancanze nei pagamenti delle liquidazioni) dinnanzi il Tribunale. Tra le ipotesi in campo anche la possibilità di chiedere ai giudici il blocco di una eventuale vendita dello stabilimento: «Dobbiamo mettere in salvo il Tfr dei lavoratori, ad ogni costo», spiega il sindacalista.
Continueranno, nel frattempo, i presidi davanti lo stabilimento (oramai abbandonato) e le sedi delle istituzioni locali.