Baritech, quel piano che avrebbe salvato fabbrica e lavoratori. Bucci: «Perché è stato in ignorato?»

Eppure la Baritech si sarebbe potuta salvare. A pensarlo sono in molti e tra loro c’è Gigia Bucci, segretario generale della Cgil di Bari: «Ci sono ancora tante manifestazioni d’interesse valide che vanno considerate, tra cui quella del nuovo polo regionale per la logistica e la distribuzione di farmaci (annunciata in esclusiva dall’Edicola del Sud il 30 gennaio scorso, ndr). Non so perché questa proposta non sia stata considerata – aggiunge la sindacalista -, e onestamente non ne capisco le ragioni. Mi auguro possa essere rimessa al centro della discussione, anche perché era una manifestazione d’interesse con un progetto concreto».

Ad agosto dell’anno scorso un gruppo di imprenditori aveva presentato un progetto che non solo avrebbe salvato sia l’impianto che i lavoratori, ma avrebbe anzi permesso l’assunzione di altre 70 persone. Il piano prevedeva l’acquisizione dello stabilimento Baritech, insieme all’assunzione di tutti i dipendenti più altri, arrivando a contare ben 185 posti di lavoro totali a tempo pieno. «Sicuramente un progetto interessante – commenta Bucci -, che coglie due asset importanti per lo sviluppo: quello della logistica e quello della farmaceutica. Per noi è una proposta valida, come tutto ciò che salva i dipendenti e che crea occupazione di qualità compatibilmente con le norme sul lavoro».

L’intento, infatti, era quello di trasformare la fabbrica barese in un nuovo polo regionale per la logistica e la distribuzione di farmaci, dispositivi medici e altre categorie di prodotti sanitari e non. L’Hub barese sarebbe stato il primo (e il più grande) di un trio composto da altre due piattaforme di distribuzione site a Foggia e nel Salento, oltre a sei “transit point” presso i principali presidi ospedalieri della Puglia, permettendo anche un ingente risparmio da parte del servizio sanitario regionale. A proporre il piano di reindustrializzazione sono stati il Consorzio Stabile Cmf, Logistica 4.0, SFL Coop, Certe e Fgs. Come contributo al miglioramento dello stato di crisi dell’occupazione, il progetto prevedeva inoltre il reinserimento degli ex lavoratori Baritech mediante la loro riqualificazione, da attuarsi attraverso uno specifico piano formativo cofinanziato dalla Regione Puglia, come previsto dalla normativa per le politiche attive del lavoro.

Ma la proposta non è stata presa in considerazione e i 113 dipendenti sono ora senza lavoro. «Baritech ha giocato un gioco al massacro e ha praticato la peggiore forma di impresa che si potesse praticare, girando le spalle alle famiglie, ai sindaci, alle istituzioni e ai sindacati», commenta Bucci.

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