Una platea di 177 lavoratori che rischiano di finire per strada, mesi di febbrili trattative finiti nel nulla e, dietro l’angolo, la soluzione a portata di mano. È l’incredibile retroscena legato alla vertenza Baritech, l’azienda della zona industriale che negli ultimi anni ha prodotto componenti per le mascherine.
L’azienda ha dichiarato di non voler attivare la cassa integrazione per transizione occupazionale per la messa in sicurezza dei lavoratori e nello stesso tempo ha rigettato le manifestazioni d’interesse da parte di due nuovi possibili acquirenti, tacciandole per insufficienti e generiche e difatti smentendo quanto dichiarato dal presidente della Task Force Leo Caroli lo scorso 25 ottobre, giorno in cui si è svolto l’incontro presso il Comitato Sepac.
In realtà una delle due manifestazioni d’interesse, rivelano fonti sindacali, è molto concreta e potrebbe attuarsi nel giro di poco tempo se solo si trovasse la quadra fra le pretese della Baritech e l’immobilismo pressocché assoluto della regione Puglia. Il progetto è molto ambizioso e prevede la realizzazione di un nuovo hub per la logistica e lo smistamento dei farmaci in Puglia. Un sistema moderno e capillare che vede coinvolte quattro aziende specializzate del settore, tre pugliesi, ed una della provincia di Trento.
Il consorzio ha presentato un’offerta molto allettante che prevede il coinvolgimento del soggetto pubblico regionale attraverso uno degli accordi previsti dalla legislazione nazionale. Una sorta di contratto di programma con un investimento stimato dai 25 ai 30 milioni. L’obiettivo è assorbire il terreno da 70mila metri quadri della ex Baritech, il capannone e la sala generatori per ristrutturarlo da cima a fondo.
In parallelo il consorzio s’è impegnato ad assorbire i 177 lavoratori sulla graticola a cui scadono a fine dicembre gli ammortizzatori sociali. La proposta non prevede alcun finanziamento pubblico, ma il coinvolgimento della regione Puglia nella finalizzazione dell’iniziativa.
Tutto molto bello, insomma, se non fosse per i numerosi ostacoli spuntati nelle ultime settimane molti dei quali a dir poco incomprensibili.
Stando ai sindacati, infatti, l’azienda venditrice si sarebbe impuntata sulla chiusura dell’accordo con una richiesta di chiarimenti a cui il consorzio non avrebbe risposto. Secondo altre fonti la Baritech sarebbe intenzionata a vendere in proprio i vari asset del capannone della zona industriale evitando la cessione concordata con la regione Puglia. E quest’ultima? Al momento nessun segno di vita dopo che un’agenzia regionale ha validato il progetto dell’Hub logistico per i medicinali. Un’iniziativa quanto mai necessaria per la sanità pugliese se si considera il conto pagato nella distribuzione ospedaliera con uno splafonamento medio rispetto al tetto prefissato di oltre 200 milioni di euro l’anno. Perdere l’occasione sarebbe imperdonabile soprattutto per i 177 lavoratori da mesi ingiustamente finiti al centro di una disputa insensata.