Nulla di fatto all’incontro di ieri in Regione Puglia, convocato dalla task force sull’occupazione guidata da Leo Caroli, tra Baritech e le rappresentanze sindacali per discutere i termini della manifestazione di interesse giunta per l’acquisizione dello stabilimento e l’assunzione dei 118 dipendenti. Un ennesimo incontro che però non ha portato passi avanti, non solo per quel che riguarda la cessione, ma anche per il rinnovo della cassa integrazione, che scadrà il prossimo 31 dicembre. I sindacati sono sul piede di guerra e hanno preannunciato per la mattina del 2 novembre, nel corso del prossimo incontro del tavolo regionale, un sit-in di protesta con una conferenza stampa al termine della riunione.
«Ancora una volta – si legge nella nota diramata dopo l’incontro da Filcams Cgil, Femca Cisl, UilTec Uil e Ugl Chimici – totale indifferenza e cinismo da parte di Baritech che non ha voluto salvaguardare nei fatti i 118 posti di lavoro, né sostenere i costi degli ammortizzatori sociali se non fino al 31 dicembre». Ed è questa la scadenza che mette paura ai dipendenti e fa nascere un sospetto nelle rappresentanze sindacali che sottolineano anche assenze importanti: «Incomprensibili e ingiustificate quelle del Ceo Paul Ryckalts e dell’ingegner Vittorio Ferrero, membro del cda, che si sono sottratti al confronto e hanno dimostrato insensibilità alla questione occupazionale in discussione e una mancanza di rispetto verso il tavolo di confronto Sepac, le rappresentanze sindacali e i lavoratori».
Infine, i sindacati sospettano che ci sia un doppio fine dietro questi tentennamenti della Baritech, volto a vendere lo stabilimento senza il “fardello” dei 118 dipendenti. «Nonostante la presenza di ben due manifestazioni di interesse – conclude la nota – scritte e ufficializzate, addirittura con impegno formale all’assunzione di tutti i lavoratori, la Baritech ha assunto un atteggiamento dilatorio e non risolutivo, non accettando in maniera pretestuosa alcun incontro con i potenziali investitori e rallentando i tempi della trattativa».
«Dal 2 agosto al 25 ottobre abbiamo inseguito Baritech e compratori affinché si incontrassero – esordisce Leo Caroli, presidente della task force regionale sull’occupazione – e portassero a termine le trattative nell’ottica della messa in sicurezza dei lavoratori». Eppure, la situazione non si sblocca nonostante alcuni impegni presi formalmente.
«La Regione è pronta, come sempre, a fare la sua parte e si offre come garante per il prossimo incontro tra le parti». La Baritech ha fatto sapere di aver inviato una pec al compratore per chiedere integrazioni sulla proposta, giudicata al momento insufficiente e incompleta, così da poter procedere. Anche la seconda manifestazione d’interesse è stata già bollata dall’azienda come insoddisfacente ma Caroli avverte: «Non consentiremo alcuna vendita in modalità spezzatino. Siamo consapevoli che un processo di reindustrializzazione richiede tempo, per adeguare struttura, macchinari e competenze del personale, quindi lavoreremo solo su un’ipotesi di vendita di tutto il pacchetto».
Se la nuova data da segnare per Baritech è il prossimo 2 novembre ancora non ci sono notizie per la vertenza dei dipendenti dell’ex Hotel Palace, nonostante anche in questo caso le rappresentanze sindacali tengano alta l’attenzione. Infine, discorso diverso per Italian Leather, l’obiettivo è un piano concordatario che salvaguardi l’azienda e i suoi duecento dipendenti. La scadenza è il 30 novembre, entro la quale l’azienda presenterà un piano che congeli i due milioni di debiti.