È il giorno della verità per gli oltre centodieci lavoratori Baritech. Dopo il sit-in di ieri davanti il palazzo della Regione, dipendenti e sindacati sono stati ascoltati prima da Domenico De Santis, vice capo di gabinetto del governatore Emiliano, poi dalla prefetta Antonia Bellomo. Forse uno spiraglio ci potrebbe pure essere, ma i tempi sono risicati e il conto alla rovescia è iniziato. A mezzanotte di oggi, infatti, finisce la cassa integrazione e da domani i 113 lavoratori saranno ufficialmente disoccupati. De Santis ha garantito l’impegno della Regione. La prefetta Bellomo, invece, ha accolto le richieste delle organizzazioni sindacali e si è impegnata a cercare di rimettere in piedi il tavolo un tempo instaurato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (già dello Sviluppo economico).
L’obiettivo più urgente è ora convincere la Baritech a concedere un altro mese di cassa integrazione. Pare che l’azienda, dopo le numerose pressioni, si sia detta disponibile a dare una proroga solo se, entro la giornata di oggi, venisse presentata una proposta o anche solo una manifestazione di interesse di un’altra società che non sia Conserva o Arborio, soprattutto dopo le brutte vicissitudini e i passi indietro degli ultimi mesi. Un piccolo spiraglio che potrebbe evitare una catastrofe sociale.
Per questo pomeriggio, inoltre, è previsto l’ennesimo incontro nell’ambito della task-force regionale, al quale dovrebbe partecipare anche la stessa Baritech. La speranza è che al tavolo si presenti qualcuno che possa salvare tutto. Se non dovesse giungere nessuna proposta tale da spingere l’azienda a rinnovare la cassa integrazione, il destino dei 113 lavoratori sarebbe segnato. «Confidiamo nell’ultimo colpo di scena – ha detto Pino Anaclerio, seretario della Femca Cisl -, anche da parte di vecchi manifestatori di interesse. Noi siamo pronti a supportare, sostenere e aiutare, in qualsiasi modo, chiunque voglia salvare Baritech e non abbiamo nessun pregiudizio.. Chiediamo a questi imprenditori di farsi avanti e non lasciare sole queste persone».