Bari, si fermano gli autobus delle Sud-Est: «Chiediamo confronto»

Protestano gli autisti degli autobus delle Ferrovie Sud-Est. È previsto per oggi, dalle 17 alle 21, lo sciopero di quattro ore degli operatori di esercizio della società del Gruppo Ferrovie dello Stato. Si sono infatti chiuse con un nulla di fatto le procedure di raffreddamento e conciliazione (l’ultimo incontro risale allo scorso 12 ottobre) tenutesi dinnanzi al viceprefetto aggiunto di Bari, Michelangelo Montanaro. Anche per questo le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal hanno indetto un’astensione dal lavoro che, nelle previsioni, creerà non pochi disagi agli utenti, soprattutto pendolari.

«Purtroppo – commenta Fabio Lisco, segretario regionale Uiltrasporti con delega alla mobilità – dopo tanti solleciti e molte riunioni siamo stati costretti ad attivare lo stato di agitazione e, con esso, lo sciopero regionale di oggi per il personale del settore autolinee delle Ferrovie del Sud-Est. Le motivazioni sono molteplici e alcune di queste si protraggono da anni. Ad esempio – aggiunge il sindacalista – ci sono problemi sullo stato manutentivo dei bus e sulla rivisitazione dei tempi di percorrenza delle linee e quindi nei tempi di guida, ma anche riguardo le azioni unilaterali di spostamento di servizi tra varie residenze senza la preventiva informazione sindacale. E ancora: le aree di sosta autobus non sono conformi ai dettami contrattuali e di sicurezza».

Nei vari incontri l’azienda ha sempre confermato la propria posizione sulle questioni sollevate che, come si legge nel verbale dell’ultima riunione in prefettura, «sono squisitamente di ordinaria gestione e su cui l’azienda prosegue a lavorare».

Sono quattro, nel dettaglio, i principali temi a cui i sindacati cercano soluzione. In primis l’errato calcolo dei chilometri, dei tempi di percorrenza, dei ritmi e dei turni di lavoro. Poi il mancato allineamento degli orari della sala operativa con il resto dell’esercizio e la chiusura di residenze amministrative. Infine, la carenza organica del personale e un parco mezzi inidoneo e insufficiente. «Auspichiamo un confronto vero e capillare su ogni aspetto per dare il giusto riscontro al personale, che ricordiamo, non si è mai fermato durante le restrizioni Covid, garantendo sempre il servizio di trasporto pubblico», conclude Lisco.

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