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Verso Bari-Sudtirol, tifosi biancorossi sicuri: «Masiello non verrà al San Nicola»

Sul campo uno scontro diretto in chiave alta classifica, sugli spalti un’occasione di rivalsa per una ferita ancora aperta. Il clima che si respira in città, in vista della partita Bari-Sudtirol, in programma il 12 novembre alle 14, è di fortissima fibrillazione. Non per un match ancora una volta pieno di insidie per i biancorossi,…

Sul campo uno scontro diretto in chiave alta classifica, sugli spalti un’occasione di rivalsa per una ferita ancora aperta. Il clima che si respira in città, in vista della partita Bari-Sudtirol, in programma il 12 novembre alle 14, è di fortissima fibrillazione. Non per un match ancora una volta pieno di insidie per i biancorossi, contro una delle formazioni più in forma del torneo, ma per il possibile ritorno al San Nicola dell’ex Andrea Masiello, difensore degli altoatesini. Un nome che il popolo di Bari non dimentica per l’«alto tradimento» compiuto ai danni dei colori biancorossi e della Città.

Sabato prossimo, giorno del match di campionato, saranno trascorsi 4199 giorni da una delle date più amare che la storia del calcio barese ricordi. Ancora troppo pochi per superare un’onta indelebile per la memoria e per il cuore dei baresi: 15 maggio 2011, il giorno del derby contro il Lecce. Una gara che, dopo fiumi di indagini condotte dalla Procura di Bari, risulterà poi essere stata truccata, con la complicità proprio dell’ex difensore viareggino, segnando un clamoroso autogol in cambio di denaro.

Le condanne inflitte al giocatore per frode sportiva, in sede di giustizia ordinaria e sportiva, con conseguente squalifica complessiva di 2 anni e 5 mesi, non sono bastate per ‘risarcire’ la memoria e la fede calcistica dei baresi, che vedono l’appuntamento del 12 novembre come l’occasione per chiudere il cerchio dopo 11 anni e mezzo.

Le pagine e i gruppi dei tifosi biancorossi sui social network, da giorni, sono letteralmente invasi da post, commenti, fotografie, riflessioni dedicate all’accoglienza da riservare a Masiello. Alcuni dei quali, va detto, hanno il tenore di veri e propri atti di istigazione all’odio e alla violenza nei confronti dell’ex giocatore del Bari.

«Il solo pensiero che Masiello debba tornare a calcare il campo del San Nicola mi fa rabbrividire», racconta Massimo Carlucci, presidente dello storico Bari Club Beppe Sciannimanico di Palese, invitando i tifosi alla prudenza: «Dobbiamo essere tutti cauti nel contestare. Un clima molto ostile potrebbe anche condizionare la partita dei nostri calciatori più carismatici. La vicenda di Masiello – continua Carlucci – ha rappresentato l’inizio della fine per il Bari. Da lì sono cominciati tutti i nostri guai. Vendere proprio il derby con il Lecce, che in quel maledetto campionato avrebbe potuto rappresentare l’unico motivo di gioia, è una cosa che non si potrà mai dimenticare». Carlucci si dice convinto che alla fine il 36enne toscano salterà l’appuntamento di Bari: «Se non verrà sarà un bene per lui e anche per noi. Ma se invece giocherà verrà subissato di fischi ad ogni tocco di palla, dal primo al 90esimo minuto».

Anche Pierluigi Spagnolo, giornalista e autore del fortunato saggio I Ribelli degli Stadi, non crede alla possibilità di rivedere Masiello: «Ho molti dubbi che abbia il coraggio di scendere in campo al S. Nicola. Qualcosa si inventeranno…». Il cronista, profondo conoscitore delle dinamiche di ‘curva’, spiega il perché di un sentimento di ‘odio’ così profondo nei confronti di Masiello: «Tifare è un atto d’amore, un sentimento puro, genuino. Per questo un amore tradito, non corrisposto, può portare all’odio e al risentimento. Ecco perché i tifosi baresi non possono perdonare Masiello, neppure a distanza di 11 anni e più. Non potranno mai accettare quel tradimento, la vergogna di quel gesto, per di più in un derby contro il Lecce.»

Spagnolo evidenzia infine anche un paradosso: «Masiello, dopo lo scandalo del calcio-scommesse, è rimasto lontano dal calcio per soli due anni e mezzo. Spesso un tifoso che accende un fumogeno allo stadio riceve un Daspo e viene bloccato più a lungo, per una colpa molto meno grave. Una delle tante assurdità del nostro sistema-calcio».

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