Il giorno dopo la vicenda è ancora più surreale. La sanzione di quattro punti comminata al Taranto per un presunto ritardo nei pagamenti entro la data del 18 dicembre, ha avuto lo stesso effetto della lama delle settecentesche ghigliottine francesi sul collo dei malcapitati di turno. Le ambizioni di un gruppo forte e coeso, inteso come calciatori e staff tecnico, sono state improvvisamente decapitate e l’intera piazza tarantina, che stava cominciando a volare, è stata riportata con i piedi per terra. Le ragioni che hanno portato il Tribunale federale ad agire con la stessa violenza di una mannaia verranno rese pubbliche soltanto tra meno di dieci giorni, ovvero entro il 17 marzo. Dunque, compresa la giornata odierna, ne mancano otto, ma il Tribunale federale potrebbe anticipare i tempi. Soltanto dopo si potrà comprendere se il ricorso in appello, che comunque la società porterà avanti con l’avvocato Eduardo Chiacchio, avrà reali possibilità di successo.
Nel frattempo, però, ci saranno da giocare le partite con la Juve Stabia di lunedì 11 e la successiva, sei giorni dopo, con il Sorrento. Qualunque sia l’esito in seconda battuta, in questo arco temporale le gare dei rossoblù subiranno dei condizionamenti. Inevitabilmente squadra e staff tecnico, interamente composti da seri professionisti, potrebbe giocare con un preciso tarlo in testa. Il chiodo fisso di chi pensa che tanto lavoro sia stato sperperato per non meglio specificate «problematiche tecnico-informatiche nel generare la documentazione». Non molto, apparentemente, per giustificare una sanzione così dura e che getta alle ortiche in un batter d’occhio «sudore, sacrifici e notti insonni», per riprendere alcune delle dichiarazioni di Ezio Capuano. La pubblicazione delle motivazioni faranno luce.
La rabbia è il sentimento che ha stretto in una morsa i calciatori, che stanno provando a scaricare sul campo con duri allenamenti. Ancora di più, però, lo stesso Capuano. Il tecnico si è sempre mostrato per quel che è: una persona che mette anima e corpo qualunque cosa faccia. Proprio per questo motivo non avrebbe preso benissimo la notizia della penalizzazione e avrebbe ragione da vendere. Vedere naufragare tutto l’avrebbe profondamente colpito. E non stenteremmo a credere che stia vivendo un momento tremendo come quello vissuto nel post-gara con la Casertana. Una volta persa la partita con i falchetti ridotti in dieci uomini, restò sul terreno di gioco dello “Iacovone” per ascoltare i fischi, pochi o molti che fossero, provenienti dagli spalti. Un episodio che l’ha fortemente colpito in negativo e proprio per questo spesso menzionato in ogni conferenza stampa. In questo caso ai suoi occhi, probabilmente, si è andati oltre perché sarebbe stato considerato al pari di un tradimento. Se anche la sentenza in appello fosse favorevole e cioè con una restituzione, anche parziale, dei punti mangiati dalla norme federali (sempre da rispettare), rimarrebbe la sua delusione con tutte le conseguenze del caso.
Intanto, però, per la parola data ai tifosi, che a lui hanno affidato ogni speranza di un campionato vincente, guiderà la squadra al “Romeo Menti” di Castellammare contro la capolista Juve Stabia. La partita si giocherà, stando a quanto comunicato dal Taranto, a porte chiuse. La decisione sarebbe scaturita dopo gli scontri generati durante Juve Stabia-Casertana di lunedì 4 marzo.