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Taranto, mina vagante sulle orme del Lecco vuole ancora stupire nei prossimi playoff

Sulle orme del Lecco dello scorso anno, questo Taranto è pronto a stupire nei playoff. La squadra bluceleste, forse perché promossa in B dopo un’attesa di mezzo secolo e soprattutto contro ogni favorevole pronostico, è diventata esempio di resilienza e capacità di andare controcorrente. Non si tratta di fare paragoni tra blasoni diversi, ma di…

Sulle orme del Lecco dello scorso anno, questo Taranto è pronto a stupire nei playoff. La squadra bluceleste, forse perché promossa in B dopo un’attesa di mezzo secolo e soprattutto contro ogni favorevole pronostico, è diventata esempio di resilienza e capacità di andare controcorrente. Non si tratta di fare paragoni tra blasoni diversi, ma di prendere a prestito la combattività mostrata dalla squadra del presidente Leonardo Di Nunno, peraltro di origine pugliese.

I lombardi, con i loro 62 punti, partivano dalla terza posizione, i rossoblù dalla quinta per cui centrare lo stesso prestigioso obiettivo comporta la necessità di giocare un paio di partite in più. Non poche considerando che, come da regolamento, chi vi partecipa partendo dal quinto posto dovrà disputare 10 partite contro le 9 delle quarte classificate, le 8 delle terze e le 6 di chi ha conquistato il secondo. Arrivare lucidi diventa difficile e solo chi gode per natura di una fibra forte può scrivere la storia. Su questo importante aspetto sta lavorando Ezio Capuano, il cui compito è reso ancora più complesso dalla mancata conoscenza del primo avversario dei playoff da affrontare allo Iacovone.

Dovrebbe essere il Latina, stando così le cose, ma dietro l’angolo potrebbe esserci qualcosa di diverso. La certezza si avrà soltanto nel pomeriggio inoltrato di venerdì 3 maggio. Il Collegio di Garanzia del Coni, infatti, si riunirà alle 14.30 in videoconferenza con le parti (l’avvocato Chiacchio per il Taranto e i legali della federazione dall’altra) ed emetterà la sentenza che calibrerà nel dettaglio il destino degli ionici. Basta solo un punto li porterebbe al quarto posto, facendo scivolare al quinto la Casertana. Se accadesse la squadra del presidente Massimo Giove affronterebbe in casa la peggiore delle classificate emerse dai tre scontri secchi da 90 minuti del primo turno e quindi una tra: Casertana-Latina, Picerno-Crotone e Cerignola-Giugliano. Una volta superato la fase dei gironi, ecco quella nazionale a cui avranno accesso 6 squadre, 2 per ciascuno dei tre gironi.

La formula prevede un primo turno con un doppio confronto, in cui entrano in gioco le terze dei tre gironi: Vicenza (A), Carrarese (B) e Benevento (C). Al terzetto si aggiungerebbe il Catania, quale vincitrice della Coppa Italia per un totale di 10 squadre. L’avversaria sarebbe da stabilire per sorteggio, sapendo che le quattro sopra menzionate, più la migliore delle 6 compagini che hanno superato la fase dei playoff del girone potranno giocare in casa la gara di ritorno. Se il Taranto, dal Collegio di Garanzia, ottenesse due punti (è questa oggettivamente la migliore delle ipotesi su cui lavorare), sarebbe chiamato in causa in questa fase, un vantaggio non da poco. In ogni caso, il turno verrà superato da cinque squadre che accederanno al secondo della fase nazionale con l’ingresso delle tre seconde: Padova (A), Torres (B) e Avellino (C), sempre al meglio delle due partite. E così si andrà avanti sino alla finale del 5 e del 9 giugno. L’unico posto per B andrà conquistato adottando le armi del maratoneta, strategia e pazienza e Capuano ne ha da vendere.

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