Taranto, Giove si dimette: «Cari tifosi, sono deluso e mi sento abbandonato»

La notizia arriva in tarda serata. Il presidente Massimo Giove lascia il Taranto. Una decisione giunta dopo il no della “Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo” alla riapertura al pubblico dello stadio Iacovone per la partita di domenica prossima col Crotone, dopo la gara a porte chiuse nel derby col Cerignola. Il presidente annuncia il suo disimpegno con una accorata lettera rivolta ai tifosi tarantini. Di seguito il testo integrale.

«Cari tifosi tutti, ho riflettuto a lungo prima di giungere alle mie decisioni. In molti nelle ultime settimane si aspettavano qualche mia dichiarazione relativamente a quanto stava accadendo alla nostra squadra ed io, nonostante il mio risaputo carattere impulsivo, sono rimasto in silenzio, in attesa di risposte concrete e per il bene della società.

Dico anzitutto che sono deluso. Il colpo definitivo mi è giunto stamane al termine della riunione tenutasi in Prefettura, preceduta da rassicurazioni costanti a me ed alla intera tifoseria ionica, nonostante le nostre continue richieste di aggiornamento sullo stato dei lavori. Non ci era stato detto, invece, che i lavori di messa in sicurezza dello Iacovone erano stati effettuati in maniera incompleta, superficiale, raffazzonata.

L’epilogo di oggi [ieri, n.d.r.] è noto a tutti: lo stadio rimarrà ancora chiuso. Per quanto? Neanche questo ci è noto saperlo, così come non ci è dato ancora sapere dove si disputerà la partita Taranto – Crotone, di certo, almeno questo lo sappiamo, a porte chiuse. Il Taranto, il mio Taranto sta disputando ormai un campionato perennemente in trasferta. I tifosi del Foggia, resisi colpevoli di un atto vandalico senza precedenti, possono felicemente assistere alle partite della propria squadra del cuore e la sua Società, che ad oggi ha subito una sola ammenda di 2000 euro ed una giornata a porte chiuse, può godere della presenza costante dei suoi numerosi tifosi.

La nostra squadra invece, amata da altrettanti numerosi tifosi è costretta a disputare gare in trasferta ed a porte chiuse. La Lega Pro ed il suo Presidente, nonostante le nostre continue richieste, non hanno voluto sentire ragioni, “per regolarità del campionato” mi è stato detto. Spero che qualcuno un giorno, sia capace di spiegarmi cosa intendono loro per regolarità, quando Coppa Italia e Campionato sono falsati ancor prima di cominciare, iniziati in colpevole ritardo per le tante nefandezze verificatesi in estate tra retrocessioni e promozioni, radiazioni e ripescaggi, calendari compilati con le “x” in attesa delle decisioni supreme del Collegio di Garanzia, Tar e Consiglio di Stato, ma ci parlano di regolarità. In Lega Pro si dovrebbe ragionare a sistema, a tutela di tutte le società.

Il mio Taranto invece è stato abbandonato a se stesso. In ogni città la Società calcistica che la rappresenta detiene con l’Amministrazione del territorio rapporti idilliaci e di grande collaborazione, per citare solo alcuni dei sindaci che hanno avuto a cuore la squadra della propria città, Decaro ed il suo amore per Bari o il sindaco Marchionna di Brindisi che ha lavorato giorno e notte per garantire un impianto ai propri tifosi. A loro va, da Presidente, il mio plauso più caloroso. Ma di esempi, in ogni caso, ne è piena l’Italia.

A Taranto questo non è possibile in quanto al suo Sindaco, Rinaldo Melucci, del calcio e del Taranto Calcio non interessa nulla. Lo dimostra la sua totale mancanza di sensibilità al tema, mai una chiamata di solidarietà o rassicurazione così come mai un sopralluogo in prima persona all’impianto sportivo che egli amministra e gestisce. Al Sindaco sta a cuore, probabilmente, solo il suo abbattimento. E non anche una riflessione su dove saremmo dovuti andare a giocare per le prossime due stagioni, mai un incontro, mai un confronto, mai una proposta.

Ed è per questa lunga serie di motivazioni che sono arrivato alla mia decisione. Lascio.

Non sono stanco del calcio, anzi. Ho ritrovato i miei tifosi e sono orgoglioso di aver restituito loro la voglia di incitare e tifare la nostra squadra sugli spalti. Rimarrò sempre il primo tifoso di questi colori e porterò nel cuore e con orgoglio le tantissime emozioni di questi ultimi sette anni. Ma la passione e l’amore non bastano per gestire una società importante come questa. Sono stanco e non accetto più i continui soprusi, le ingiustizie e le prese di posizione dittatoriali senza senso che devo costantemente subire dai gestori di questo circo.

Ci pensi quindi Rinaldo Melucci ora. Le porte della Società sono aperte.

Da lunedi prossimo il Taranto Fc 1927 andrà ufficialmente in autogestione.

In attesa che il Sindaco venga a prendersene gli onori, se ne è capace, ma soprattutto gli oneri. I tanti oneri.

Dimostri lui di essere capace di andare in goal come, seppur tra mille difficoltà, sono stato capace io.

Non è immaginabile, né più possibile, gestire il Taranto Calcio, che deve difendersi da Taranto.

Abbraccio tutta la nostra tifoseria con rispetto ed affetto sinceri.

Le ho regalato in questi sette meravigliosi anni tutto quello che potevo, tra cui le gioie di un ritrovato calcio professionistico ed auguro loro le migliori fortune per il futuro, sicuramente anche migliori di quelle che sono riuscito a traguardare io.

Seguirà, appena le mie condizioni fisiche lo permetteranno, una mia conferenza stampa».

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