Taranto, Capuano: «Senza lo stadio disponibile non sarei rimasto»

Un fiume in piena di parole ha attraversato la prima conferenza stampa del Taranto della stagione 2024/25. Nella sede del mediapartner, lo stato maggiore del club, presidente, vicepresidente e tecnico, ha illustrato le linee guida da seguire da qui ai prossimi 10, 11 mesi.

Massimo Giove, numero uno della società, ha posto subito l’accento sui rapporti con Ezio Capuano. Dalla gara di ritorno dei playoff di Vicenza del 18 maggio e sino a 15 giorni fa erano sorti dubbi sulla permanenza, nonostante un triennale esistente e con scadenza 30 giugno 2026.

Il chiarimento

Tutto risolto, dunque: «Se ne sono scritte di tutti i colori. È stato fantasticato di nostri incontri come se fossimo spadaccini, invece – afferma dando una pacca sulla spalla dell’allenatore – non è mai accaduto nulla di quanto detto e scritto. Quando mi sono rivisto 15 giorni fa con Capuano, la prima domanda che mi ha posto è stata: “abbiamo la disponibilità dello stadio?”. Io gli ho detto di sì, precisando che me l’avesse detto il ministro Abodi. Ci siamo iscritti potendo contare su 10.990 posti e continueremo il progetto tecnico in linea con quanto avvenuto lo scorso anno».

Gli obiettivi

Sugli investimenti, non ci saranno scostamenti rispetto a quanto fatto per preparare l’annata 2023/24 «Il campionato di quest’anno sarà ancora più complesso. Ci saranno società – prosegue Giove – che investiranno delle cifre importanti pur di salire in B. Noi faremo le nostre scelte e possiamo dire che alcune nostre bandiere non faranno più parte della compagine. Ne arriveranno altre e il mister è al lavoro da settimane. Non abbiamo mai detto di essere un club ricco. Con le idee e il lavoro quest’anno proveremo nuovamente a fare bene. Ci sono club che stanno facendo follie e noi li faremo fare, per poi procedere a portare a Taranto i giocatori giusti».Programmare il futuro significa dover guardare anche il passato, almeno per trarre qualche giovamento. Voltando lo sguardo emerge però tanta amarezza. «Siamo stati oggetto di. un’ingiustizia sportiva incredibile. Dai 4 punti a quanto accaduto a Vicenza. Lì è avvenuto di tutto. I nostri tifosi sono stati aggrediti e tanti hanno fatto ricoroso alle cure ospedaliere. Abbiamo anche dimostrato che lo stewart che ha perso un dito del piede sia stato colpito da un petardo partito dal settore occupato da tifosi vicentini. Eppure noi siamo i colpevoli e siamo stati puniti con una multa da 15.000 euro e due giornate di squalifica dello Iacovone. In termini economici significa che partiremo con 250.000 euro in meno sul bilancio. Abbiamo fatto ricorso e la multa è diventata di 20.000. Il Taranto dà fastidio». La parola passa al mister, carico.

Il mister

Capuano, con la solita schiettezza che lo contraddistingue, ha risposto senza mezzi termini sulla composizione della squadra, a incominciare da prestiti di Crecco e De Santis. I due tornano dall’esperienza di Pescara e Fermana, ma «non rientrano nel progetto tecnico». Sull’estremo difensore Gianmarco Vannucchi, che ieri ha salutato attraverso i social, ha svelato il dietro le quinte: «Appena arrivato a Taranto, due anni fa, ho immediatamente richiesto un nuovo portiere e ho puntato Vannucchi. Lo chiamai e – racconta – facemmo un contratto biennale. Lo ricorderò con affetto, perché io gli ho dato la fascia di capitano. Appena sono tornato dopo la pausa post Vicenza ho chiamato Vannucchi e parlato anche con Giovanni Galli, che lo segue. Mi accorgo nell’immediatezza delle aspettative del ragazzo di provare una categoria superiore»
Sui possibili nuovi volti, massimo riserbo, almeno sino oggi, perché verrà ufficializzato il sostituto di Vannucchi. Dovrebbe trattarsi di Nobile, ex Virtus Francavilla. Capuano si sofferma nuovamente sulla relazione con Giove: «Dello stadio ha già parlato con il presidente. Senza lo stadio non sarei rimasto, così come – dichiara il tecnico – se mi avesse imposta la politica del minutaggio. Dare forma all’undici che deve scende settimanalmente in campo avendo a mente i minuti di gioco per gli Under, significa fare tutto tranne calcio. Die anni fa, quando vi facemmo ricorso la società incassò 184.000 euro. I campionati si possono anche vincere con i ragazzi, ma devono essere forti. Il minutaggio è la scelta più fallimentare che ci sia».

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