Può sembrare un’inezia passare dal 4-3-3 delle prime due giornate al 4-3-1-2, ma così non è. Carmine Guatieri sul terreno del Franco Scoglio concede l’esordio ad Ardizzone, trequartista alle spalle delle punte Zigoni e Guarracino, quest’ultimo ugualmente al battesimo con i rossoblù. L’altra novità riguarda l’under Shiba al centro della difesa, una scelta che manda in panchina Papazov. Messina risponde con un puro 4-3-3, secondo i dettami di Modica, allievo modello della scuola zemaniana.
Primo tempo
Buono l’inizio del Taranto che denota nuovamente ordine e disciplina nel movimento delle linee di difesa e centrocampo. Premessa che spiega il vantaggio dopo soli 6 minuti. L’azione è ben congegnata: Fiorani per Ardizzone, sponda per Contessa, palla verso il fondo a sinistra in direzione Guarraccino e cross per la testa di Ardizzone che manda fuori giri l’estremo difensore Curtosi. Alza ritmo e baricentro la formazione di casa, che pareggia al 16’ sull’intuizione di Anatriello, uno dei sette under messinesi. L’esterno vede la corsa di Luciani in area tarantina e verticalizza immediatamente, Del Favero esce per chiudere in prossimità dei sedici metri e intercetta il pallone in tuffo. Non la pensa così il direttore di gara che indica il dischetto. Matera e De Santis sono tra i primi a protestare, il secondo si becca il giallo. Non cambia la decisione e tre minuti dopo Luciani può prendere il pallone e adagiarlo alla distanza degli undici metri: il sinistro angolato e rasoterra batte Del Favero, che pure intuisce la direzione. Palla al centro ed è tutto e da rifare, ma è davvero questione di centimetri se il Taranto non ritrova il vantaggio dopo soli 300 secondi. A fari spenti Fiorani si guadagna l’area di rigore e vede Matera che si libera di ogni marcatura a un passo dalla linea bianca. A quel punto deve solo servirlo, ma è più facile a dirsi che a farsi, perché la palla sfila davanti al capitano in disperata scivolata. Anatriello, sugli sviluppi del secondo tiro dalla bandierina, al 38’, devia di testa senza inquadrare la porta di Del Favero. Le squadre rallentano e l’ultima nota di un primo tempo giocato a buoni ritmi è il tiro dalla media distanza di Schirru che non impensierisce Curtosi. Il cronometro segna il 44’ e tre minuti dopo le squadre possono tornare negli spogliatoi.
Secondo tempo
Il Messina vi torna dopo il tradizionale quarto d’ora, il Taranto dopo 19 minuti. Quattro di differenza che scavano il fossato tra le due squadre. Ai giallorossi di Modica sono sufficienti 24 secondi per cambiare la gara: Lia smista verso Garofalo che al volo trova un gran gol. I rossoblù si stanno ancora chiedendo cosa sia accaduto che capitolano nuovamente al 4’. Ortisi effettua un primo tentativo di cross rimpallato da Mastromonaco, la palla resta lì ce n’è un secondo preciso per Anatriello che, complice la mancata chiusura di Contessa, ha tempo e spazio per alzarsi e deviare in porta. Lo stordimento è totale. Gautieri non perde tempo e immette Speranza e Fabbro al posto di Schirru e Matera. Ardizzone retrocede sulla mediana e torna il 4-3-3. La squadra è più propositiva, il Messina accetta di abbassarsi il giusto per evitare che il Taranto possa riaprire la partita. La tattica ha successo e trovare spazi per impensierire Curtosi è impossibile. Lo si percepisce anche con una conclusione velleitaria di Giovinco su calcio di punizione dai 40 metri. Il trequartista non ha timore ma la battuta centra la curva alle spalle del portiere dei siciliani. Dalla lunga distanza, in pieno recupero, ci prova anche Frisenna, con esito diverso. Il centrocampista non smentisce la sua nomea di gol molto belli e si ripete da con una botta sotto l’incrocio sul quale Del Favero può solo guardare. Finisce con una disfatta per 4-1.