Scherma, Lo Muzio trionfa agli Europei Master: «Il gruppo mi fa sentire giovane»

L’Italia schermistica, ma soprattutto la Puglia e in particolare la Capitanata, che va a medaglia non è più quasi una notizia ma è sempre motivo di soddisfazione ricordarlo. L’ultima edizione dei campionati europei master a squadre disputati a Ciney, in Belgio, ha visto gli azzurri piazzarsi al primo posto assoluto nel medagliere con quattro ori, sette argenti e un bronzo.

Nella sciabola femminile brilla l’oro per Gabriella Lo Muzio del Circolo Schermistico Dauno. L’atleta foggiana Lo Muzio ha vinto nella categoria Master con la delegazione italiana composta anche da Daniela Colaiacomo, Veronica De Cicco, Costanza Drigo e Martina Gianecchini superando l’Ungheria, la Gran Bretagna e in finale la Francia col punteggio di 45-42. Raggiunta telefonicamente, Gabriella Lo Muzio, laureata in Scienze motorie, ha raccontato il suo percorso e l’affermazione nella sciabola.

A chi dedichi questo ennesimo successo e come si arriva con quanto duro lavoro?

«Ci si arriva con una preparazione costante di un gruppo forte atleticamente e mentalmente. Certamente non ci siamo mai nascoste. Puntavamo da principio al podio con la speranza del gradino più alto. È’ un gruppo che non si abbatte neanche dopo qualche stoccata inferta, noi ci abbiamo sempre creduto all’Europeo, al Mondiale in Florida dove siamo giunte terze. È sempre un misto di emozioni, gratificazione. Dedico tutto ciò alla mia famiglia, al nostro maestro Mirco Buenza, maestro delle tre armi, al mitico Benedetto Buenza, il maestro di tante olimpioniche che non disdegna di darci qualche indicazione e suggerimento, Michela Battiston e il referente della Nazionale, Benedetto Buenza. Ringrazio il Circolo Schermistico Dauno, la casa della scherma per tantissimi atleti. Lo sport non si vede dalla differenza di età e io ne sono la dimostrazione, sono grata al mio gruppo schermistico, con loro mi sento una ragazzina».

C’è un’usanza quando festeggiate o centrare l’obiettivo?

«Assolutamente, ogni qual volta, individualmente o di squadra, si vince, portiamo i panzerotti e questa volta è toccato a me, molto volentieri. Festeggiare, condividere come determinate usanze di squadra, non fa che accrescere un gruppo molto consolidato».

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