Sembrava che la Roma potesse fare un sol boccone del Lecce, ma in dieci uomini la squadra salentina ha sputo reagire alla indubbia maggiore forza dell’avversario.
E alla squadra capitolina il compito di vincere è stato agevolato dal signor Prontera, arbitro di Bologna. Nona giornata del massimo campionato di calcio nostrano.
All’“Olimpico” i padroni di casa hanno subito cominciato a imporre il gioco e al 6’ minuto il colpo di testa Smalling ha spiegato i rapporti di forza in campo. Poco dopo, Belotti non è arrivato sul tiro-cross effettuato da Zaniolo penetrando in area da sinistra, e subito Smalling non è riuscito a correggere un suggerimento giunto dall’altra parte. Al 12’ minuto Pellegrini, pur se goffamente, ha mandato la palla vicino al palo. Il Lecce ha provato a reagire con un colpo di testa di Baschirotto sullo sviluppo di un calcio di punizione. Ma al 22’ l’arbitro Prontera ha compiuto una delle sue imprese: cartellino rosso a Hjulmand per contrasto reciprocamente maschio con Belotti. Sanzione decisa dopo consultazione della moviola istantanea. Ma l’arbitro ha guardato il fermo immagine del fallo, non la sequenza filmata. Sollievo per chi temeva l’origine salentina del direttore di gara, quindi la sua parzialità. Roma quindi in scioltezza, Lecce combattivo, sorretto anche dall’esordiente difensore centrale Umtiti, campione mondiale. Altro pericolo per i salentini quando, al 28’ minuto, Pellegrini ha sparato alto tentando di centrare l’incrocio dei legni. Il coraggio del Lecce però è stato premiato: al 39’, sullo sviluppo di un corner, mischia innanzi a Patricio risolta da Strefezza. Ma i salentini hanno subìto ancora: Falcone ha dovuto respingere un bolide di Zalewski. A cui i pugliesi hanno risposto con una punizione di Askildsen, che però Patricio ha bloccato. Uno a uno a fine primo tempo. Neanche trascorso un minuto dopo l’intervallo, il signor Prontera ha inventato un rigore per i padroni di casa: Dybala dal dischetto ha firmato l’altro vantaggio romanista. Gol realizzato al 48’ giro di lancetta. Un aiutino, si sa, non guasta mai. Poi molto agonismo, botte soprattutto da parte dei capitolini. I quali hanno provato ancora a segnare, ma anche il Lecce si è reso pericoloso: al 72’ Di Francesco, entrato in campo al posto di Strefezza, ha impensierito Patricio dalla trequarti. Poco dopo, sull’altro fronte, Belotti ha colpito di testa su cross di Zalewski, ma Gendrey ha deviato in corner. E l’ipotesi delle noia è stata respinta anche dal colpo di testa di Di Francesco, al 74’ minuto, su crossa dalla bandierina, ma l’estremo difensore Patricio ha sventato la minaccia. Il Lecce non è riuscito a compiere il guizzo vincente, ma si è difeso strenuamente. Sugli scudi Wladimiro Falcone che in più occasioni ha negato il gol ai capitolini. Miracoloso il suo intervento all’88’minuto, sul colpo di testa di Abraham, che era stato mandato in campo al posto di Zaniolo. E ancora, al 94’, il portiere del Lecce ha deviato brillantemente la conclusione di Shomurodov che ha fatto gridare al gol il pubblico di casa. Due a uno.
Il Lecce era consapevole di incontrare una corazzata, ma è innegabile che la squadra di Marco Baroni, animata dal solito ardore, forse avrebbe potuto creare più grattacapi all’avversario se non fosse stata penalizzata da un’espulsione opinabile e da un rigore che a prima vista è apparso piuttosto dubbio.