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Polito: «È un Bari più forte e ha mantenuto la sua anima». Per l’attacco spunta Andersson

Chi si aspettava i fuochi d’artificio dall’attesissima conferenza stampa del direttore sportivo della Ssc Bari Ciro Polito, avrà chiuso il canale YouTube del club biancorosso con un pizzico di delusione. Circa 90 minuti davanti ai microfoni. Tanti per un appuntamento simile, ma necessari vista l’assenza di comunicazioni da parte del manager dell’area tecnica da 120…

Chi si aspettava i fuochi d’artificio dall’attesissima conferenza stampa del direttore sportivo della Ssc Bari Ciro Polito, avrà chiuso il canale YouTube del club biancorosso con un pizzico di delusione. Circa 90 minuti davanti ai microfoni. Tanti per un appuntamento simile, ma necessari vista l’assenza di comunicazioni da parte del manager dell’area tecnica da 120 giorni. Una chiacchierata senza “colpi di testa”, ma mostrando un atteggiamento molto più conciliante e pacato del solito, forse anche un po’ forzato, ammettendo poi di «essersi ripromesso di non volersi arrabbiare».

Il messaggio chiaro dopo il calciomercato. «La squadra mi soddisfa tanto. Ho tanta fiducia. L’ossatura l’abbiamo mantenuta. Sulla carta abbiamo costruito una squadra più forte dello scorso anno che non ha perso la sua anima», ha osservato Polito, evidenziando come il Bari oggi abbia più soluzioni in attacco, capaci di offrire al tecnico Mignani anche più variabili tattiche oltre al “classico” 4-3-1-2, ossia 4-2-3-1 e 4-3-3.

L’arma in più sui calci piazzati. «La cosa più bella che abbiamo quest’anno sono le opportunità sui calci da fermo. Aramu, Acampora e Achik hanno una qualità balistica come pochi», il Polito pensiero, spiegando che l’obiettivo sia «migliorare su calci di punizione e corner».

La rivoluzione estiva. Il ds del Bari ha confermato su tutta la linea le indiscrezioni di stampa trapelate durante il calciomercato. Nessun ritardo nella costruzione della rosa, ma la scelta strategica di tenere per le ultime 48 ore alcuni colpi in canna per approfittare delle offerte last-minute, pur specificando che con gli arrivi di Menez, Nasti e l’accordo verbale con Diaw avesse gettato le basi della nuova intelaiatura sin da subito. «Il mio più grande rammarico è l’infortunio di Menez», ha ammesso Polito, spiegando di essere stato costretto a tornare sul mercato e ad aspettare le ultime ore per definire la trattativa con il Genoa per Aramu, attaccante visto non come trequartista ma come seconda punta.

Il colpo del 1 settembre. Non Aramu e nemmeno Achik come si poteva pensare dopo il gong di Milano, ma Gennaro Acampora. «Il presidente del Benevento ha rifiutato un sacco di proposte per lui. L’ultimo tentativo l’ho fatto alle 19:25 del 1 settembre ed è andata bene, visto che avevo puntato su di lui sin da giugno», il retroscena di Polito, rivelando di aver fatto firmare al centrocampista il contratto praticamente in bianco per questioni di tempi strettissimi.

L’obiettivo del Bari. La narrazione di Polito è stata meno diretta rispetto alla sua conferenza pre playoff (17 maggio), quando aveva spiegato di voler «migliorare il terzo posto in campionato». Il concetto è stato però ribadito dall’ex Juve Stabia, spiegando ancora una volta che non sono i soldi a fare la differenza, ma le idee, la qualità e la fame dei giocatori scelti.

Il chiarimento sui prestiti e sul budget. Acqua sul fuoco delle polemiche circa l’inflazionata formula utilizzata in estate. «La sostenibilità resta un pilastro della famiglia De Laurentiis. Abbiamo dieci prestiti, ma soltanto uno è secco (Koutsoupias). Nove prevedono diritto o obbligo di riscatto», ha precisato Polito, spiegando che si tratta di una formula molto utilizzata in B e utile per poter valutare i calciatori a stagione in corso. «Ci vogliono anche gli attributi per giocare a Bari e al San Nicola».

I retroscena sui mancati arrivi di Forte e Gliozzi e il ruolo di Scheidler. «La verità è che ci manca Diaw», ha ammesso Polito, non nascondendo un pizzico di preoccupazione sulle condizioni del 31enne di proprietà del Monza. Proprio gli stop dell’ex Modena e di Menez avevano spinto il Ds ad una nuova caccia alla punta centrale. «Ho sempre detto che un altro attaccante sarebbe arrivato dopo la cessione di Scheidler», il chiarimento di Polito, ricostruendo le ultime convulse ore allo Sheraton di Milano. «Forte? Avevo chiuso l’accordo alle 02:30, ma il mancato passaggio di Scheidler al Cosenza ha fatto saltare tutto. Gliozzi? Si è operato il 1 settembre al ginocchio, sarebbe stato utile per gennaio, ma il Pisa ha alzato la richiesta e i documenti sono arrivati dopo le 20».

Il mea culpa su Scheidler. «Non ho problemi a nasconderlo. L’ho scelto io, ho sbagliato io. Ad oggi ha steccato, non ha mantenuto le aspettative. Quindi ho preferito mandarlo in prestito in Spagna, per farlo sbloccare affinché possa rivalutarsi, perché resta un nostro investimento».

Il nome segreto per l’attacco. Non convinto da Okaka, pur restando in contatto con il suo agente anche durante la vacanza alle Maldive, Polito non ha rivelato il nome dell’attaccante che potrebbe essere pescato dal mercato degli svincolati. Ben strutturato, senza esperienze in Italia, over 30. L’identikit potrebbe coincidere con Sebastian Andersson, 32enne punta centrale ex Colonia e Union Berlino.

La pausa di riflessione tra giugno e luglio. «L’11 giugno resterà per sempre indelebile nella mia anima. Ci può stare una pausa di riflessione. Mi ero preso una settimana e non nascondo che ho avuto diverse opportunità. Mi sono chiuso in me stesso, ma per ripartire più forte di prima».

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