Personalità, sacrificio e compattezza: il Bari scopre nuove armi

Tanti rimpianti, ancora più certezze. L’1-1 casalingo contro il Cosenza fa felice il Bari solo a metà: da un lato la delusione per non aver messo nero su bianco la terza vittoria di fila, dall’altro la consapevolezza di un gruppo che con il passare delle settimane sta confermando i tratti sempre più marcati del suo sentirsi squadra. La prestazione contro i calabresi va in archivio con l’etichetta del carattere e della compattezza, ponendosi come paradigma dell’anima in costruzione dei biancorossi.

Un nuovo volto

Negli ultimi 180 minuti del campionato il Bari ha declinato i propri valori in maniera piuttosto eterogenea, alterandone solo in parte l’efficacia. Se con il Frosinone la formazione allenata da Moreno Longo ha mostrato la capacità di saper dominare e controllare l’avversario, ferendolo mortalmente tre volte, approfittando anche di un momento poco brillante dei laziali, contro il Cosenza ha saputo vivere e interpretare la gara con sorprendente maturità, adattandosi perfettamente all’inerzia dei 90 minuti: prima il solito avvio fuoco e fiamme, con due chiare occasioni da rete sull’asse Lella-Benali; poi una fase più equilibrata, metabolizzata senza la frenesia di puntare a tutti i costi verso la porta di Micai, pareggiando il confronto sul piano dell’intensità e dell’aggressività dei calabresi, di fatto neutralizzando una delle armi più insidiose degli ospiti. Atteggiamento premiato dalla rete del vantaggio segnata da Pucino al 39esimo. Il salto di qualità rispetto alle precedenti uscite è maturato nella ripresa, quando Lella, a causa di un’ingenuità assolutamente evitabile, punita con il rosso, ha costretto il Bari a vivere quasi tutto il secondo tempo in dieci uomini: unico precedente finora in inferiorità numerica dopo le tre espulsioni a favore.

Le individualità

Proprio qui è nato il capolavoro di squadra sul piano della personalità e della tenuta nervosa e mentale: i biancorossi hanno fatto quadrato, muovendosi in blocco con sacrificio e coraggio, senza lesinare spirito di iniziativa, anche grazie alla ritrovata capacità di alcuni interpreti di tornare a essere leader. Copertina rubata ancora una volta da Maita, vero trascinatore ‘tuttocampista’, proprio come accadeva nei suoi tempi d’oro vissuti nel capoluogo pugliese: attento in fase di interdizione, audace nel partecipare alla manovra, a volte dettandone i tempi, insieme al solito motorino Benali. Decisivo anche Falletti, regista del periodo foriero del momentaneo vantaggio, con un palo colpito appena prima della parabola disegnata da calcio d’angolo per l’incornata vincente di Pucino. Lavoro di sacrificio anche per Lasagna, abilissimo nell’interrompere il predominio territoriale dei rossoblu, esibendo il suo consueto e inarrestabile attacco alla profondità, sfociato in un assist non sfruttato da Dorval. A infondere coraggio al Bari anche la scelta varata da Longo di inserire Sibilli al posto di Falletti, con il chiaro intento di non concedere metri all’avversario, tentando di continuare a dare benzina alla manovra offensiva, nonostante l’uomo in meno. Soluzione che si sarebbe potuta rivelare vincente senza alcuni peccati di precisione in fase di costruzione e di finalizzazione. Bene anche tutto il resto della squadra, da Radunović, sempre più sicuro tra i pali, al blocco difensivo, passando per il lavoro degli esterni.

La cooperativa del gol

Con la rete di Pucino salgono a nove i marcatori del Bari in campionato. Il difensore campano si aggiunge a Mantovani, Dorval, Lasagna, Maita, Lella, Novakovich, Favilli e Ricci (passato al Cosenza).

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