Non solo belle scoperte, sorprese e certezze: nel Bari capolista di Serie B, dopo sette giornate, c’è spazio anche per una “second life”, all’insegna del riscatto. Al gruppo di chi sta vivendo una nuova vita in biancorosso, dopo Folorunsho, si unisce a pieno titolo anche Nicola Bellomo.
Il 31enne di Bari Vecchia, che con il Brescia sabato scorso ha disputato la sua terza partita da titolare, segnando anche il gol del momentaneo 2-0, rappresenta senza dubbio un’altra delle scommesse vinte del direttore sportivo, Ciro Polito. Il suo ritorno a Bari nell’ultima settimana di calciomercato, nell’ambito di una vera “operazione capolavoro”, capace di portare l’ex fuori lista Lollo a titolo definitivo alla Reggina, aveva suscitato non poche polemiche. Insieme a molti dubbi, alimentati dal solito partito di scettici, contrario a concedere una nuova chance all’ex attaccante biancorosso, a causa delle due precedenti esperienze in chiaroscuro. Apparizioni, dopo l’esordio nel 2009 con il Bari di Conte, non troppo fortunate, sia nel biennio 2011-2013, sia nei sei mesi finali della stagione 2014-2015.
Un “cavallo di ritorno” che però fino a questo momento sembra poter essere vincente, per lo meno a giudicare da prestazioni e atteggiamenti mostrati in campo da Bellomo.
Quattro presenze, di cui tre dal primo minuto e la gioia del gol finalmente ritrovato. Numeri accompagnati da un’anima che appare molto diversa rispetto a quella del Nicola 24enne, visto l’ultima volta a Bari, ancora troppo acerbo e un po’ immaturo. Un ragazzo dall’indubbio talento, ma non sempre in grado di mettere le sue qualità al servizio di se stesso e della squadra.
Sette anni dopo è tutta un’altra storia, rispetto a quel fugace 2015: Bellomo c’è e si vede. C’è con le gambe, ma c’è soprattutto con la testa. Un uomo più maturo e consapevole di se stesso. Le sue apparizioni da titolare nelle gare con Perugia, Spal e Brescia, hanno messo in luce un giocatore utilissimo dal punto di vista tattico per la squadra di Mignani. Scelto nel ruolo di trequartista al posto di Botta, non senza forti critiche piovute addosso all’allenatore per aver lasciato in panchina l’argentino, il 31enne barese è riuscito a garantire il giusto equilibrio tra la fase di non possesso e quella offensiva, non lesinando inserimenti in area, anche letali. Strategico il suo lavoro nell’assicurare maggiore copertura, inibendo di fatto le fonti di gioco avversarie. Soprattutto contro squadre schierate con un centrocampo a tre, ed un fantasista. Plastico l’esempio di Benali, trequartista del Brescia, di fatto annullato da Bellomo nell’ultima gara contro le “rondinelle”.
Colpisce inoltre la capacità di essere riuscito ad inserirsi perfettamente negli ingranaggi del Bari. Un processo favorito non solo dalla grande sagacia tattica e dalla maturità tecnica di Bellomo, ma anche dall’accoglienza che lo spogliatoio ha riservato al classe ‘91, come ammesso dallo stesso giocatore dopo la vittoria con il Brescia: «Ringrazio il mister e i compagni, perché dal primo giorno ho trovato un gruppo affiatato che si è messo a disposizione dei nuovi. Quando vedi che dall’altra parte ti fanno sentire dentro la squadra – ha evidenziato l’attaccante – è giusto che dai più del 100%». Chissà quanti pensieri sono passati nella mente di Bellomo durante quella lenta, ma inesorabile corsa sotto la sua curva Nord. Fotogrammi di una vita in biancorosso. Di nuove gioie e di un amore senza confini. Scalciando verso la ringhiera vecchi ricordi, anche amari, che Nicola non vede l’ora di trasformare in ambiziosi traguardi da raggiungere con la sua squadra del cuore.
