Sulla carta è uno dei pochi pilastri da cui ripartire, con l’orizzonte, concreto, di ereditare la fascia di capitano lasciata libera da Valerio Di Cesare. Mattia Maita, insieme ad un ristrettissimo gruppo della cosiddetta ‘vecchia guardia’, incarna la sintesi perfetta tra passato, presente e futuro. Un traghettatore di lusso verso il nuovo corso, con l’obiettivo di candidarsi, nella sua quinta stagione con la maglia del Bari, a compiere il definitivo salto di qualità, purtroppo finora rimandato.
Maledetti infortuni
Stagione da dimenticare sotto il profilo della continuità per il centrocampista messinese. Tutta colpa di tre guai muscolari subiti nell’arco del campionato, che inevitabilmente hanno inibito la condizione fisica del 29enne siciliano. Primo stop ad ottobre (strappo al polpaccio); il secondo a cavallo tra febbraio e marzo; il terzo durante la gara esterna con il Cittadella del 5 maggio, nel pieno della bagarre salvezza del Bari; stop, quest’ultimo, rivelatosi fortunatamente meno grave del previsto nonostante le lacrime, soprattutto di frustrazione, versate dal centrocampista a bordo campo, costretto poi, per sua stessa ammissione, a convivere fino alla fine della stagione con i postumi dell’incidente muscolare. «Ho stretto i denti, giocando quasi con uno stiramento, perché era fondamentale portare a casa la salvezza», ha poi rivelato Maita nel corso di un’intervista a L’Edicola. Sono 33 le presenze stagionali del centrocampista, il cui recupero in extremis ha certamente contribuito al raggiungimento della salvezza. «Non mi aspettavo di vivere tutto questo, ma bisogna cancellarlo e ripartire con mille motivazioni», ha poi aggiunto il classe ’94, proiettandosi verso il futuro.
La situazione
Maita è legato al Bari fino al 2026, con opzione per un’altra stagione, sulla base del prolungamento contrattuale firmato il 20 luglio 2023. Nonostante i rumor circolati negli ultimi giorni e i contatti tra l’entourage del calciatore e la società biancorossa al momento non giungono segnali concreti di un possibile addio del calciatore. Anzi. Il direttore sportivo Giuseppe Magalini è un estimatore del Numero 4, tanto da aver tentato di riportarlo a Catanzaro durante la sua ultima esperienza biennale in Calabria. Maita è dunque tra i pochi a godere di estrema considerazione, ritenuto dal Bari tra le esigue certezze del gruppo che ha raggiunto la salvezza all’ultimo respiro.
Sirene dalla A
La sensazione è che solo una chiamata dalla massima serie possa far vacillare il rapporto del centrocampista di Messina con il club pugliese. La voglia di arrivare in serie A con il Bari in quel caso rischierebbe di scontrarsi con la possibilità concreta di approdare immediatamente nell’olimpo del calcio italiano. Un’opzione che, alla soglia ormai dei 30 anni, non potrebbe certo rappresentare soltanto un dettaglio. D’altro canto proprio il ruolo centrale di Maita nel nuovo Bari e la sua posizione contrattuale costringerebbero eventuale pretendenti a mettere sul piatto un’offerta molto sostanziosa per aprire il tavolo di possibili trattative.
Vestito ideale
A rendere ancora più cruciale il ruolo di Maita nella squadra del prossimo futuro è anche il suo inquadramento tattico. Il 3-4-2-1 di Longo è potenzialmente il modulo più indicato per valorizzare la caratteristiche del 29enne siciliano, perfettamente compatibili per assolvere all’incarico di mediano in un centrocampo a due. È possibile che il matrimonio tra Maita e il Bari possa proseguire all’insegna dell’armonia e della solidità, salvo l’inserimento di un ‘terzo incomodo’, pronto a rovinare l’idillio.