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Luigi De Laurentiis si dissocia dal padre: «Bari seconda squadra? Non è vero, difenderò questi colori»

«È inutile che io ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della FilmAuro». Così, in un post pubblicato su Instagram, Luigi De Laurentiis, commentando le parole del padre Aurelio che, in una conferenza stampa, aveva parlato del Bari come della seconda squadra della proprietà. «Così come non sempre…

«È inutile che io ci giri intorno: devo dissociarmi dalle dichiarazioni rilasciate da mio padre, presidente dell’altra squadra della FilmAuro». Così, in un post pubblicato su Instagram, Luigi De Laurentiis, commentando le parole del padre Aurelio che, in una conferenza stampa, aveva parlato del Bari come della seconda squadra della proprietà.

«Così come non sempre un figlio la pensa come il proprio padre, può accadere che due soci non condividano la stessa visione aziendale», scrive Luigi De Laurentiis: «Voglio credere che le parole di mio padre siano state mal interpretate o che lui stesso non si sia espresso con chiarezza – aggiunge -, perché ovviamente non è possibile parlare di Bari e del Bari derubricandole a seconda squadra del gruppo non solo perché non è vero ma, inoltre, non rende giustizia alla storia di questa piazza».

Quanto accaduto, «che ci sia stato un malinteso o meno», per Luigi De Laurentiis «è la dimostrazione nei fatti della totale autonomia che esiste fra le due realtà aziendali. Perché se il presidente dell’altra squadra del gruppo avesse gestito l’organizzazione del Bari, se sapesse come funziona il nostro settore giovanile, se avesse seguito in prima persona la creazione di questa struttura aziendale vocata a progetti ambiziosi, sicuramente non avrebbe parlato di “seconda squadra”».

Luigi De Laurentiis sottolinea che «dall’inizio della mia avventura ho agito autonomamente, con la mia impronta, i miei valori, il mio metodo aziendale: abbiamo strutturato un gruppo di lavoro che ogni giorno si occupa di gestire ogni aspetto della vita del Bari, assumendoci enormi responsabilità verso la città e i tifosi. Una volta avviata la macchina, ho rispettato ogni delega data e ogni ruolo affidato ai professionisti che ho scelto, senza mai abbandonare il Bari, ma costruendo una struttura solida abbastanza da poter essere indipendente e autonoma. Siamo arrivati a 90 secondi dalla Serie A, il nostro paradiso, ma siamo caduti e ci siamo fatti male. Io ci sono sempre stato e con fermezza ma senza alzare la voce ho motivato, sostenuto, investito ma, soprattutto, rispettato. E gli investimenti degli ultimi giorni ne sono un’ulteriore prova».

Il presidente biancorosso conclude assicurando che «la mia prima squadra è il Bari e fino a quando sarò qui ne difenderò gli interessi, l’onore e i colori, con onestà intellettuale e morale e con impegno di fronte a chiunque».

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