Prima di tutto è d’obbligo una premessa, al netto dei meriti di un gruppo finalmente apparso squadra: il ritorno al successo del Bari contro il Brescia, dopo quasi tre mesi dall’ultimo sorriso in campionato, è stato in qualche modo favorito da un avversario sbarcato al San Nicola con una formazione più che rimaneggiata e, di certo, senza la bava alla bocca, avendo già in tasca il suo biglietto per i playoff. Il prologo all’analisi non ha lo scopo di sottrarre meriti ai biancorossi, bravi ad interpretare con lo spirito giusto la gara più importante della stagione (per il momento). Tutt’altro. L’obiettivo è invece quello di vivere la marcia di avvicinamento ai playout scongiurando facili ed inopportuni entusiasmi, come già accaduto più volte nel recente passato dopo una o due vittorie, rivelatesi in seguito purtroppo effimere.
La chiave a centrocampo
Sull’etichetta c’è un nome: Raffaele Maiello. Il Professore è tornato. Contro il Brescia prestazione maiuscola per il classe ’91, la più convincente dopo il grave infortunio al ginocchio destro, che l’ha tenuto fuori oltre 3 mesi. Prova di qualità e quantità per il numero 17, schierato a sorpresa nell’undici titolare nell’ultima gara della fase regolare del torneo cadetto. Lo staff tecnico del Bari ha optato per un assetto molto dinamico sulla mediana, proponendo la soluzione del doppio play, anche per sopperire alla pesante assenza di Maita: Maiello e Benali nei doppi panni di distruttori e metronomi; Acampora, confermato dal primo minuto, con licenza di spingersi in posizione più avanzata, lavorando su quasi tutto il fronte della trequarti, per poi ripiegare in zona più centrale in fase di non possesso. Una strategia rivelatasi vincente e con diverse declinazioni positive. Maiello, decisamente più in forma rispetto alla sua ultima prova da “titolare d’emergenza” (Bari-Cremonese 1-2, 5 aprile), ha permesso di liberare Benali da compiti esclusivamente difensivi, consentendo al centrocampista libico di avere maggiore libertà di movimento. Il 31enne di Manchester ha avuto dunque l’opportunità di cimentarsi in fase di suggerimento sul fronte offensivo e di inserirsi spesso in area, sfiorando anche la rete. Dopo la prova gagliarda di Cittadella, prestazione di sostanza anche per Acampora. Adesso sono due gli indizi che indicano come il 30enne napoletano abbia cambiato decisamente marcia rispetto all’andamento lento, spaesato e macchiato da errori marchiani, che aveva scandito il suo girone di andata, facendolo così sparire dai radar.
Aspettando Maita
La sensazione, dopo mesi di patemi, è che finalmente il Bari possa affidarsi ad un centrocampo capace di tradurre sul campo la parola “dignitoso”. Con il recupero del numero 4, che dovrebbe essere cosa abbastanza certa in vista del doppio spareggio salvezza contro la Ternana, lo scenario più probabile è di un ritorno al 4-3-1-2, affidandosi a vecchie certezze e a calciatori affamati di riscatto. Maiello dovrebbe dunque riprendere la bacchetta di direttore d’orchestra al centro della mediana, con Maita e Benali mezzali e Acampora nelle vesti di trequartista. Opzione, quest’ultima, già provata con una discreta efficacia nella penultima gara esterna con il Cittadella, prima dell’infortunio del centrocampista messinese.
Più potenza di fuoco
I dati relativi al successo casalingo contro le “rondinelle” sono eloquenti: 2 gol (non accadeva dal 10 febbraio, Bari-Lecco 3-1); 18 tiri, dei quali 8 verso lo specchio della porta; 12 calci d’angolo; incidenza di gol previsti sulla base delle conclusioni effettuate pari a 1,10. Numeri espressione della maggiore vivacità del Bari in fase offensiva, per effetto di una squadra capace finalmente di mostrare compattezza, equilibrio, spirito di sacrificio e pericolosità sotto rete.
Di Cesare raggiunge Puscas
La lista di aggettivi spesi per definire le prestazioni del capitano biancorosso ormai è esaurita. Semplicemente infinito. La rete che ha permesso al Bari di mettere in ghiaccio la gara contro il Brescia è la sintesi perfetta di caparbietà, coraggio, ostinazione e tecnica. Si tratta del secondo centro nelle ultime 3 partite per il centrale difensivo. Due gol pesantissimi soprattutto in termini di punti. Di Cesare non solo ha raggiunto Puscas, che di mestiere fa l’attaccante, a quota 4 reti in campionato, ma di fatto continua a dimostrarsi uno dei calciatori del Bari più pericolosi nell’area di rigore avversaria. Un paradigma di tenacia e attaccamento alla maglia commovente, che spiega il perché il numero 6, dopo il gol contro il Brescia, senza alcun indugio e timore si sia tuffato sotto la curva, per raccogliere il meritatissimo tributo da parte del popolo biancorosso.