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Lecce, Krstovic e la porta smarrita. L’ultimo marcatore salentino risale al successo con la Fiorentina

Da quel Lecce-Fiorentina, in cui successe di tutto, è passato un mese e mezzo e quando si giocherà la prossima giornata di campionato, Lecce-Roma, ne saranno passati praticamente due. Fu l’ultima partita in cui i giallorossi andarono in marcatura con un proprio giocatore. Nello specifico, indimenticabile la rete al 92’ di Dorgu che diede i…

Da quel Lecce-Fiorentina, in cui successe di tutto, è passato un mese e mezzo e quando si giocherà la prossima giornata di campionato, Lecce-Roma, ne saranno passati praticamente due. Fu l’ultima partita in cui i giallorossi andarono in marcatura con un proprio giocatore. Nello specifico, indimenticabile la rete al 92’ di Dorgu che diede i tre punti meritati al Lecce, dopo una rimonta viola, e una contro-rimonta degli uomini allenati, all’epoca, da D’Aversa.
Dopo di che si sono viste quattro sconfitte in cui c’è stato un parziale di undici reti a zero, il pareggio con il Frosinone e la vittoria di sabato scorso con la Salernitana. Due partite, dunque, in cui si sono fatti punti, ma due partite entrambe risolte da autoreti.

A questo si aggiunge la sfortuna di Krstovic che non riesce a firmare un gol benché se lo meritasse. E se a Frosinone il rigore effettivamente lo calcia sul palo, con il pallone che poi finisce sulla spalla di Cerofolini prima di insaccarsi in rete, contro la Salernitana la Lega Calcio è stata ingenerosa nel non assegnare a lui il gol partita. È vero che la deviazione arriva da Gyomber, ma la spizzata del montenegrino è diretta a tutti gli effetti in porta. Una piccola cosa, ma pesante se pensiamo al fattore morale che influisce su un attaccante per il quale la marcatura è vitale.

Ad essere pignoli, dunque, c’è un problema attacco. Dopo un inizio di campionato forte, attualmente l’attacco del Lecce (26 gol realizzati) è il secondo peggiore della categoria dopo quello dell’Empoli (22) e a pari merito con quello del Verona che ha subito sei reti in meno. La situazione si complica se guardiamo al dato fuori casa: solo 11 reti realizzate. C’è di positivo che a Salerno il Lecce ha sbloccato la casella delle vittorie, prima di allora ferma a 0. Un dato che oltre a dare entusiasmo all’ambiente ha creato i giusti presupposti per continuare questo mini-torneo di cui ha parlato Gotti.

Solo 26 i gol all’attivo rappresentano questo momento di magra per gli attacchi giallorossi. Parlando dei singoli, al di là del caso-Krstovic, Almqvist sembra non essere così attivo sotto porta come a inizio di stagione e Banda, che è stato fuori tra Coppa d’Africa e infortunio, ha trovato solo due gol. Un po’ poco per una squadra abituata, prima di Gotti, a giocare con le tre punte. E se Krstovic e Piccoli (5 e 4 gol) non hanno fatto numeri eclatanti, il francese Oudin ha spesso firmato il tabellino delle marcature anche con gol di qualità.

In questo finale di stagione l’attacco sarà fondamentale per la corsa verso la salvezza del Lecce. Che si giochi con due o tre punte, in base alle decisioni tattiche del nuovo mister, i giallorossi hanno bisogno di sbloccarsi e di trovare con maggiore facilità la via della rete, soprattutto negli scontri diretti. Si era visto, nell’ultimo periodo D’Aversa, una difficoltà ad andare in gol, nonostante le tante occasioni create. Contro il Verona stesso, nel primo tempo soprattutto il Lecce aveva creato molto impegnando Montipò e prendendo una traversa.

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