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Lecce, Gotti soddisfatto a metà: «Contro il Cagliari ho visto due squadre»

Gotti è un perfezionista e lo sapevamo. Ma sabato sera ci ha sorpreso. Quando è entrato in sala stampa, dopo la partita vinta dal Lecce 1-0 contro il Cagliari, la prima cosa che ha fatto è ammettere che il Lecce, in alcuni aspetti, non gli è piaciuto. Lecce a due facce «Ho visto due Lecce:…

Gotti è un perfezionista e lo sapevamo. Ma sabato sera ci ha sorpreso. Quando è entrato in sala stampa, dopo la partita vinta dal Lecce 1-0 contro il Cagliari, la prima cosa che ha fatto è ammettere che il Lecce, in alcuni aspetti, non gli è piaciuto.

Lecce a due facce

«Ho visto due Lecce: un nel primo tempo impreciso e uno nel secondo dove ha giocato da squadra». Un giudizio fin troppo severo perché se è vero che il Lecce del primo tempo ha concesso, sbagliato e sprecato, è anche vero che ha trovato il gol del vantaggio a proprio ametà della prima frazione di gioco. Certo l’errore di Baschirotto che perde Luvumbo e lo lascia tirare in porta da buona posizione è grave, lo è l’errore di Krstovic sotto porta dopo essersi procurato l’occasione del gol. Capitolo a parte merita l’episodio Dorgu. L’intervento è sicuramente sanzionabile, ma la voglia del danese non è quella di far male, bensì di prendere la palla. Poi scivola o entra con troppa foga e finisce sulla caviglia del suo avversario. Un fallo che col calcio attuale viene giudicato da rosso più che altro per il rischio che si fa correre all’avversario, il quale può davvero subire un infortunio serio. Non si può chiamare del tutto ingenuità, ma sicuramente un intervento frettoloso. Fatto sta che lascia i suoi uomini in inferiorità numerica per un tempo. A maggior ragione perché è uno dei migliori.

Gli errori

Ritornando sul tema degli errori, ce ne sono tanti piccoli in mezzo al campo che ad un allenatore puntiglioso e preciso davvero non piacciono. Come non può piacere il fatto che il Lecce non chiuda la partita. Il mancato colpo del 2-0 (e qui riguarda il primo ma anche il secondo tempo) non arriva, e quando hai così tante occasioni la devi chiudere. Ma nella prima frazione si vede comunque una partita tra due squadre, e in questo il merito va anche al Cagliari, che pensa a fare calcio e non catenaccio. Nella seconda frazione, poi, il Lecce deve alzare le barricate e ci sembra già essere a fine stagione dove i punti valgono doppio. Infatti lo ha sottolineato anche Falcone dopo la gara, «È stato un match che vale doppio». Gli attacchi del Cagliari vengono respinti, anche con un po’ di fortuna, come in occasione della traversa di Viola (nel primo tempo gli ospiti avevano preso un’altra), e con tanto Falcone che compie due parate degne dell’attenzione di Spalletti per le prossime convocazioni in Nazionale.

Le scelte

Gotti si fida, nella frazione iniziale, a parte Guilbert che esordisce dopo poche ore dal suo arrivo, di otto undicesimi della vecchia guardia e solo due dei nuovi: però, attenzione, si tratta di Gaspar e Pierret, ovvero i primi acquisti e i primi a integrarsi. Due con cui ha avuto modo di lavorare fin dal ritiro e che si sono integrati nei suoi schemi, non a caso risultando tra i migliori in campo. Nella ripresa, coi cambi, manda in campo Juan e Rebic arrivati da pochissimo, che danno il loro contributo, e Coulibaly e Tete Morente, a Lecce già da un po’. Nel complesso, dunque, il Lecce finisce per utilizzare sette nuovi arrivati dal mercato. Presto per valutarlo, ci sarà tempo e modo per approfondire.

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