L’attacco del Bari è da rifondare: bocciato nel girone di andata

Insufficiente. Basta un solo aggettivo per sintetizzare il rendimento del reparto offensivo del Bari al termine del girone di andata. Sette attaccanti per un totale di 12 gol, la metà dei quali segnati da Sibilli, che sulla carta non era stato proposto come centravanti, bensì come trequartista. Gli infortuni di due titolarissimi come Menez e Diaw sono un alibi solido, che scagiona del tutto l’ex tecnico Mignani, in buona misura anche mister Marino, ma non del tutto sufficienti a giustificare un rendimento semplicemente inadeguato per una squadra partita con l’obiettivo di puntare ai playoff e che ha chiuso le prime 19 gare segnando soltanto 18 reti.

Menez 6
È senza dubbio il più grande rimpianto del girone di andata. Ko al ginocchio all’esordio con il Bari nella gara del debutto in campionato contro il Palermo, è stato costretto a saltare ben 16 partite. Tornato in campo dopo soli 127 giorni dall’infortunio al crociato del ginocchio destro, ha chiuso il 2023 giocando nelle ultime due partite: 6’ con il Cosenza, 26’ a Marassi utili per imbastire la ripartenza mortifera valsa il gol del vantaggio illusorio segnato da Sibilli. Genio, ma anche sregolatezza: il doppio giallo costato l’espulsione per proteste nei confronti del direttore di gara priverà il Bari ancora una volta del suo miglior attaccante nella partita che inaugurerà il nuovo anno e il girone di ritorno contro la Ternana, il 13 gennaio al San Nicola.

Diaw 6
I numeri dichiarano il fallimento della sua esperienza con il Bari nella prima parte del campionato: l’attaccante preso in prestito dal Monza per sostituire Cheddira ha chiuso il girone di andata con 10 presenze, delle quali solo 6 da titolare, in 19 partite. I due gol segnati contro Como e Brescia alimentano il rammarico di aver investito su un attaccante troppo fragile dal punto di vista fisico. Inaffidabile. Non a caso il ds Polito ha inserito tra le priorità del mercato la ricerca di un centravanti che possa dare maggiori certezze.

Sibilli 7
L’unico asso vincente pescato dal mazzo del calciomercato estivo. Un arrivo in sordina quello dell’ex Pisa, che in sede di presentazione aveva spiegato “apertis verbis” di non essere un bomber. Una piacevole bugia, visto lo score di 6 reti e soprattutto un ruolo da vero leader e trascinatore dell’attacco. Una delle poche certezze del nuovo Bari, che forse vale la pena di riscattare immediatamente, per scongiurare un “Benedetti bis”, vista la possibilità non sfruttata a gennaio scorso di mettere le mani sul centrocampista della Sampdoria (nonostante fosse in prestito secco).

Nasti 6
Discontinuo. Avvio da fuochi d’artificio, segnando 2 gol nelle prime 7 partite, utili a conquistarsi la maglia della Nazionale Under21, prima di trasformare i botti in stelle filanti con il passare dei mesi. Tre le reti in 18 presenze, 17 da titolare. Il 20enne arrivato in prestito secco dal Milan ha probabilmente pagato la responsabilità di sostenere sulle sue spalle quasi tutto il peso dell’attacco, a causa della costante situazione di emergenza.

Aramu 4,5
Dante lo inserirebbe nel girone degli ignavi. Quattro mesi di zero assoluto, come la casella dei gol rimasta vuota, senza alcuna giustificazione, con l’aggravante di essere approdato in Puglia l’ultimo giorno del mercato estivo per sostituire nientepopodimeno che Menez, chiuso in infermeria. Presentato come top player della B, sulla scorta di un biennio positivo, ma effimero, a Venezia, alla fine si è rivelato solo una meteora, sprecando malamente molteplici possibilità concesse per poter lanciare un segnale. Lascerà Bari a gennaio con una scia che morirà nel firmamento biancorosso senza rimpianti.

Achik 6
L’unico vero investimento fatto dal Bari nell’ambito della nuova rosa. Ha carburato molto lentamente, trovando spazio soprattutto dopo l’avvento di Marino. Saluta l’anno con 11 presenze, 6 da titolare nelle ultime 6 giornate. A segno contro la Feralpisalò, evitando ai biancorossi una sconfitta che avrebbe avuto il sapore della beffa. Fiammate in crescendo. Merita fiducia.

Morachioli 5.
Il volto triste del Bari. Titolare per necessità in avvio di stagione (tra la 2^ e la 5^ giornata) a causa del doppio infortunio di Menez e Diaw ha poi ritrovato l’amarezza della panchina, complici prestazioni abbastanza in chiaroscuro che non hanno confermato la natura di “spaccapartite” messa in mostra nella seconda parte dello scorso campionato. Si è congedato dal girone di andata non smettendo la tuta nelle ultime due gare. Il buon senso suggerirebbe di provare a ricucire un rapporto che sembra essersi sfaldato. La necessità, di giocare per l’ex Renate e per il Bari di poter dare maggior peso all’attacco individuando un altro profilo, porterà Morachioli, salvo colpi di scena, a fare i bagagli. Un peccato che finisca così.

Akpa-Chukwu 6
Da uomo della provvidenza, evitando la sconfitta contro il Pisa, a signor nessuno. In un Bari così povero di efficacia in attacco ci sarebbe da domandarsi se davvero non c’era un po’ di spazio per un ragazzo, nonché l’unica vera punta centrale in rosa, capace di segnare un gol su un totale di 29 minuti giocati.

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