La Coppa Davis arriva in Puglia: la mitica Insalatiera in mostra a Bari fino al 16 febbraio, poi a Taranto

Tappa in Puglia per la Coppa Davis, la mitica “insalatiera” conquistata dall’Italia dopo 47 anni nella finale di Malaga a novembre.

Arrivata stamattina a Bari, accompagnata dal presidente della Federazione italiana tennis e padel (Fitp), Angelo Binaghi, la Coppa Davis resterà esposta al pubblico – dalle 8 alle 20 – nella sala Massari del Comune fino a mercoledì prossimo. Poi il trasferimento dal Circolo Tennis di Bari il 15 e 16 febbraio. Il tour pugliese proseguirà a Taranto, a Palazzo di Città, dal pomeriggio del 17 al 19 febbraio.

Avere la Coppa Davis a Bari, ha affermato il sindaco Antonio Decaro, «simbolicamente riveste una grande valenza in un momento particolare del tennis italiano in cui è tornato a essere popolare, grazie ai grandi risultati ottenuti dai nostri campioni». Successi che avvicinano sempre più giovani allo sport che, ha aggiunto il primo cittadino, «è un veicolo essenziale per insegnare ai giovani il rispetto delle regole che poi diventano regole di vita».

A Bari, ha concluso, «stiamo lavorando ormai da tempo per promuovere l’attività sportiva su tutto il territorio, sia collaborando con le federazioni sportive per coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini sia attraverso la realizzazione di aree attrezzate e diffuse che rendano lo sport accessibile a tutti».

Il presidente della Fitp, Binaghi, ha ricordato che a Bari «abbiamo giocato dieci match tra Davis e Fed Cup, oggi Billie Jean King Cup, con due straordinarie atlete pugliesi, come Pennetta e Vinci, due ragazze con grandi valori come Sinner». Il tennis in Italia, ha aggiunto, «è ormai diventato un fenomeno nazional-popolare, abbiamo audience calcistiche. È un’età dell’oro del tennis italiano. Ora raccogliamo i frutti di una generazione di ragazzi straordinaria, prima Berrettini, ora Sinner, poi Musetti, Arnaldi, Cobolli, Darderi. Questi ultimi successi di Jannik sono stati un’accelerazione violenta di questo percorso. L’età media dei nostri ragazzi è straordinariamente bassa, e per questo che dico che questi risultati sono l’inizio di un ciclo che durerà almeno una decina d’anni».

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