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La beffa del Taranto di Campbell, l’opposizione contro Melucci e Azzaro

Da più parti, in queste ore, si sta cercando di raccogliere i cocci della trattativa tra la famiglia Giove e la Apex Capital Global Llc, naufragata sugli scogli di un closing mancato. Mark Campbell, legale rappresentante della Apex, non ha mantenuto la parola e ora il Taranto dovrebbe tornare ai vecchi proprietari, che con il preliminare di metà novembre contavano di liberarsene entro il 13 dicembre. Non importa quale sia la motivazione, conta il risultato.

Le prossime mosse

E adesso che si fa? Al netto di qualche postilla posta in fondo al pre contratto, pronta a emergere e con la quale si potrebbe concedere una proroga a chi deve comprare, il destino del club appare segnato. Qui però sorge un’altra problematica apparentemente slegata dal passaggio del 90% delle quote societarie e cioè il pagamento degli stipendi ai tesserati entro le 23.59 di domani. Un compito che spetterebbe a Campbell e che potrebbe cambiare le carte in tavola. Certo è che Campbell, descritto come un vero appassionato di calcio, si è ritrovato stretto nella morsa di una situazione diventata più grande di lui. Magari anche burocrazia compresa, in Italia mai generosa con chi deve muovere del denaro. Attenuanti generiche che, per chi è venuto da lontano per acquisire il Taranto, non possono essere sufficienti, anzi. In almeno tre circostanze è stato a Taranto: si è mostrato per le vie cittadine del centro e non solo, è stato allo stadio (era presente con il Catania) ha offerto da bere ai tifosi e ha anche assaggiato le pettole, pasta fritta tipica tarantina. Le molteplici versioni del personaggio hanno contribuito a disegnarne un carattere per niente schivo e disposto a comprendere la realtà che stava per sposare.

Le reazioni

Il mancato closing ha naturalmente generato una serie di reazioni e contro reazioni. La prima è interna al Taranto e proviene dalla Aps Taras 706 a.C. Il trust dei tifosi, socio di minoranza del club con il 7% delle quote, invita le parti (venditore e acquirente) a colmare il «vuoto comunicativo» che si è creato nel corso di queste settimane con l’obiettivo di evitare «a chi vuole il male del Taranto e di riempire il vuoto con atti e parole vili». Il dito è puntato verso la potenziale vecchia proprietà, definita «scellerata» e le cui politiche e strategie del passato «continuano a impattare negativamente sul presente e sul futuro del club». Tanto è vero che: «le problematiche legate alla fruibilità dei conti correnti del Taranto FC, risolte solo giovedì pomeriggio, rischiano di far arrivare dopo la scadenza di lunedì 16 i fondi per gli stipendi, dati i tempi tecnici dei trasferimento internazionale». Sulla vicenda Taranto interviene anche il primo cittadino Rinaldo Melucci che diffida dal: «giocare d’azzardo con la città e la pubblica amministrazione. I soggetti in campo riferiscano subito a tutti in trasparenza lo stato dell’arte». Infine precisa posizione e ruolo giocato nella compravendita del Taranto, ribadendo che il Comune «non ha certo procurato o selezionato» l’acquirente, ma ha operato «nell’esclusivo interesse della collettività, fornendo solo informazioni e supporto in relazione al futuro dello stadio comunale e alla ottimale gestione dell’ecosistema territoriale».

Gli altri commenti

Scende in campo anche parte dell’opposizione cittadina e lo fa con Francesco Battista, consigliere comunale e Segretario della Lega che ritiene Melucci e l’assessore allo Sport Gianni Azzaro parte del problema: «Durante una conferenza stampa in pompa magna, Melucci aveva enfatizzato la solidità economica di Mr Campbell. Azzaro, invece, ha supportato incondizionatamente questa operazione, screditando chiunque sollevasse dubbi».

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