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Il Taranto gioca due partite: in campionato e nel tribunale

La modesta caratura del Brindisi, battuto con semplicità nell’ultimo turno di campionato, nulla toglie alla solidità dello stato di salute del Taranto. I rossoblù hanno spezzato la mini catena senza vittorie (un punto nelle due precedenti giornate) controllando con sguardo sereno le infruttuose quanto generose offensive adriatiche. L’uno due alla fine del primo tempo ha…

La modesta caratura del Brindisi, battuto con semplicità nell’ultimo turno di campionato, nulla toglie alla solidità dello stato di salute del Taranto. I rossoblù hanno spezzato la mini catena senza vittorie (un punto nelle due precedenti giornate) controllando con sguardo sereno le infruttuose quanto generose offensive adriatiche.

L’uno due alla fine del primo tempo ha messo al tappeto i biancazzurri e indirizzato la gara che in novanta minuti ha visto le due fiammate dei gol e poco altro. Al netto, ovviamente, delle fiamme che ardevano sull’ottimo terreno di gioco del “Fanuzzi” e dovute ai numerosi lanci di fumogeni dalle due curve, che non se le sono mandate a dire, anche a partita conclusa. La gara è stata più volte interrotta, innervosendo i giocatori, ma soprattutto le panchine.

Il successo nel derby, il settimo su nove incontri sin qui disputati e ne manca uno con il Monopoli, è arrivato anche con una difesa imperniata su quattro elementi e nel caso specifico Panico e Luciani sugli esterni e Riggio e Miceli centrali. Una scelta dovuta alla penuria di laterali, date le assenze di Ferrara e Valietti e le condizioni non ottimali di Mastromonaco entrato nella ripresa. Il superstite, Panico, ha trovato naturalmente posto.

Corsie esterne inesistenti e quindi l’uso forzato di mediani e mezzali come Ladinetti a destra, Calvano al centro e Zonta alla sinistra. Tutti e tre hanno ampiamente meritato la sufficienza. In particolare Ladinetti perché ha mostrato lucidità nelle scelte, opportuni cambi giochi e quando necessario ha messo il fisico; Calvano perché sul rinvio di Antonino, estremo difensore brindisino, retrocedeva sulla linea dei difensori per poi sganciarsi e intercettare sistematicamente il pallone di testa come di piede e Zonta per avere dato qualità nelle giocate e segnato il gol che ha messo in discesa la sfida.

Tutta l’impalcatura tattica è rimasta in piedi almeno sino alla ripresa inoltrata quando Capuano ha restituito alla squadra la fisionomia solita e cioè con tre difensori, cinque centrocampisti e due attaccanti. In questo frangente, il tecnico ha poi dato spazio a chi sinora non ha avuto modo di giocare e cioè Capone e Travaglini, il primo nel ritiro di Cascia della scorsa estate, il secondo primo degli acquisti della finestra invernale. Questo quanto si è visto in campo e che ha lasciato una sensazione di forza. Naturalmente, sabato prossimo ci vorrà ben altro con la Casertana, ma il Taranto sa ciò che andrà fatto, perché ha la capacità di adattarsi ai tempi e i modi degli avversari.

Sul campo, dunque, la squadra è stata ineccepibile. Il presidente spera anche che un gol si riesca a fare davanti alla Corte d’appello Federale, che nella tarda serata di ieri ha ricevuto il ricorso del club rossoblù presentato dall’avvocato Eduardo Chiacchio contro la penalizzazione di 4 punti. Il Taranto è stato punito il 7 marzo sia per non avere versato in tempo utile (a dicembre) i contributi dovuti ai giocatori e sia per avere saltato una delle 60 rate del decreto “Salva calcio”.

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