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Il segreto della tenuta fisica del Bari di Mignani: il lavoro del professor D’Urbano

C’è un segreto nel rendimento in campionato del Bari. Non è un nome da copertina, come quello di Walid Cheddira, e fa meno rumore di altri profili altisonanti nell’organigramma biancorosso, come lo sono il ds Polito e il tecnico Mignani. Ma si tratta, senza alcun dubbio, di uno dei principali artefici di una stagione finora…

C’è un segreto nel rendimento in campionato del Bari. Non è un nome da copertina, come quello di Walid Cheddira, e fa meno rumore di altri profili altisonanti nell’organigramma biancorosso, come lo sono il ds Polito e il tecnico Mignani. Ma si tratta, senza alcun dubbio, di uno dei principali artefici di una stagione finora quasi da incorniciare: è il professor Giorgio D’Urbano, responsabile dei preparatori atletici del Bari. L’uomo sempre dietro le quinte, il cui lavoro è da ritenersi fondamentale per la tenuta fisica della squadra di Mignani.

Lasciato in eredità da Massimo Carrera, che arrivato a febbraio 2021 dopo l’esonero di Auteri scelse l’ex preparatore atletico di Alberto Tomba nel suo staff tecnico, D’Urbano venne poi confermato anche in seguito. In primis, in occasione del ritorno in panchina dell’allenatore siciliano, e soprattutto dopo la rivoluzione estiva del 2021, all’indomani della stagione più sciagurata dal punto di vista tecnico sportivo della gestione De Laurentiis, che portò all’avvento del binomio Polito-Mignani.

Cruciale la regia di D’Urbano nel lavoro precampionato, come dimostrano gli avvii scoppiettanti sia della scorsa stagione in Serie C, sia dell’attuale campionato di B. Tratto identificativo dell’ex preparatore della Nazionale Italiana di Volley, argento alle Olimpiadi di Rio 2016, è la gestione del collettivo dal punto di vista atletico, in funzione degli obiettivi tecnici richiesti da Mignani, e, soprattutto, il recupero degli infortunati.

Sulla copertina stavolta finiscono Di Cesare e Ceter, due giocatori che per motivi diversi danno la misura di quanto sia prezioso e tremendamente efficace il lavoro messo a punto dal professionista chietino. Il primo, anche grazie ad uno stile di vita impeccabile e ad una straordinaria professionalità, dentro e fuori dal campo, all’età di oltre 39 anni e mezzo sta vivendo la migliore delle stagioni in biancorosso. Dopo l’infortunio choc subito il 24 ottobre a Francavilla nel 2021 («grave lesione del legamento collaterale del ginocchio destro», poi operato), è rientrato in poco più di due mesi, presentandosi alla vigilia del campionato cadetto in una forma eccezionale, tanto da essere confermato “titolarissimo” da Mignani.

Ancora più emblematico è il caso del colombiano, oggetto di un lavoro personalizzato e meticolosissimo, sin dal suo approdo al ritiro di Roccaraso, a luglio scorso. Giocatore definito da Polito una «scommessa», proprio per la sua precaria condizione fisica. Dopo quasi sette mesi, il 25enne ex Cagliari sembra finalmente pronto per ritagliarsi uno spazio nel Bari. La prima partita da titolare contro il Parma, restando in campo per ben 86 minuti, giocati con una buona intensità, è una delle note più liete del 4-0 rifilato agli emiliani, nonché la risposta più efficace a tutti i dubbi che accompagnavano l’attaccante. Se si confermasse si tratterebbe di un vero e proprio “miracolo” di D’Urbano e dei suoi collaboratori.

Non solo Ceter tra i biancorossi recuperati o messi in forma smagliante: Maiello e Ricci, quest’ultimo in ordine di tempo, sono rientrati nei tempi previsti dai rispettivi guai fisici senza sbavature o pericolose ricadute. Solo un intoppo muscolare per Vicari dopo l’infortunio ad una caviglia prima di Verona-Bari del 7 agosto. Mazzotta è invece l’esempio più recente della capacità di tenere sulla corda tutti gli uomini di Mignani, nonostante uno scarso utilizzo in campo, come era accaduto al palermitano fino alla gara casalinga con il Modena. Merita una menzione anche la crescita fisica di Benedetti. Il Bari dunque corre in classifica, così come fa sul campo, grazie ad “un’arma segreta”, che potrebbe risultare decisiva per provare ad inseguire un “sogno”.

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