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Il pagellone del Bari: Cheddira, Di Cesare e Caprile i “primi della classe”

Tra conferme e rivelazioni è più che positivo il bilancio del Bari al termine del girone di andata in serie B, chiuso con 30 punti, in quarta posizione. Nonostante il salto di categoria, la squadra finora ha retto benissimo l’urto con il nuovo torneo, rivelandosi una delle sorprese.Il pagellone.Caprile: 8Da “Carneade” a titolare. A dispetto…

Tra conferme e rivelazioni è più che positivo il bilancio del Bari al termine del girone di andata in serie B, chiuso con 30 punti, in quarta posizione. Nonostante il salto di categoria, la squadra finora ha retto benissimo l’urto con il nuovo torneo, rivelandosi una delle sorprese.
Il pagellone.
Caprile: 8
Da “Carneade” a titolare. A dispetto dei 21 anni si dimostra portiere di grande talento, offrendo prestazioni sempre decisive. Calmo, sicuro, freddo. La parata su Faraoni a Verona è solo la prima di una serie di prodezze da fenomeno. La convocazione nell’Under 21 e lo stage in Nazionale maggiore sono la consacrazione dopo cinque mesi da sogno.

Di Cesare: 8
Mignani riceve in regalo per la difesa Vicari e Zuzek, ma deve arrendersi di fronte alla forma da “supereroe” del Capitano. I 39 anni sulla carta di identità sono una “svista” dell’anagrafe: carismatico dentro e fuori lo spogliatoio, sfoggia il miglior rendimento da quando è a Bari. I gol con Sudtirol e Modena sono il cappello su un abito di lusso per la categoria.

Vicari: 6,5
È lui il colpo in difesa. Prima parte di stagione condizionata dagli infortuni. Titolare da Cagliari, si dimostra un pilastro della retroguardia. Con Di Cesare costituisce una delle coppie di centrali più solide del torneo. Mezzo voto in meno per il mancato anticipo di testa su Borrelli, costato la sconfitta a Frosinone.

Terranova: 6
Mignani parte da lui in difesa, aspettando Vicari. Poi, complice una condizione fisica non ottimale, perde terreno nelle gerarchie. Gregario di lusso.

Zuzek: 5,5
Esordio da incubo con il Brescia, propiziando i due gol delle rondinelle. Poi due gare da titolare con Frosinone e Sudtirol insufficienti a garantirsi il posto. Arriverà anche il suo momento.

Bosisio: sv.

Pucino: 6
Inizia bene, mettendo al servizio del Bari esperienza e malizia. Cala con il passare delle giornate. L’errore in fase di disimpegno a Benevento, foriero del gol dello svantaggio, è lo specchio di una fase di appannamento. Sul conto anche un’espulsione. Nelle ultime tre partite Mignani gli ha preferito Dorval. Avrà tempo e modo di rifarsi.

Ricci: 6,5
Supera brillantemente il “collaudo” al cuore durante il ritiro, rispondendo all’appello dell’esordio in campionato. Garantisce qualità e sostanza in entrambe le fasi di gioco, risultando uno dei punti di equilibrio nel gioco del Bari. Ai box nell’ultimo mese per un guaio al polpaccio, sarà pronto per il 14 gennaio.

Mazzotta: 6
Si prende la copertina natalizia: vicinissimo all’addio in estate, viene reintegrato per forza di causa maggiore. Fuori dai radar per quattro mesi, Mignani lo schiera titolare nelle ultime tre gare e vede ripagata la fiducia. Difende con ordine, spinge come un ragazzino, propizia il 3-0 con il Modena. 270 minuti che potrebbero aver dato risposte anche in ottica mercato sulla fascia sinistra.

Dorval: 6,5
Dopo l’esordio complicato nell’amichevole di fine luglio persa con il Frosinone lavora sodo e in silenzio, con l’obiettivo di migliorare in fase difensiva. Si fa trovare pronto quando viene chiamato in causa: titolare in 7 delle ultime 8 gare. La risposta migliore a tutti i dubbi estivi sul 21enne parigino. Corre, salta l’uomo, garantisce imprevedibilità e dinamismo. Funambolo imprescindibile.

Maiello: 7,5
È il professore del Bari: impartisce lezioni a centrocampo. Guida la manovra con ordine ed equilibrio, non risparmiandosi in fase di interdizione. Presenza fondamentale, come dimostrano due delle tre sconfitte incassate senza il play napoletano. L’altra faccia di una medaglia che impone serie riflessioni sull’opportunità di un vice Maiello.

Maita: 6,5
“Come ha fatto ad arrivare in B solo a 28 anni”, si chiedono gli addetti ai lavori. Giganteggia nella prima parte di campionato, assicurando un contributo totale in fase di costruzione e di non possesso, confermando la sua duttilità. Il gol di Cittadella è il giusto riconoscimento ad un anno da incorniciare. Pecca ancora in finalizzazione.

Folorunsho: 7
Arma letale da mezzala, bomber in zona d’attacco con 5 gol. Si è preso una rivincita dopo la prima esperienza in biancorosso nell’ombra. Titolare inamovibile. Una delle certezze del Bari.

Benedetti: 6
Parte male, giocando solo a sprazzi. Entra nel finale della gara con il Pisa e blinda il posto da mezzala, complice l’avanzamento di Folorunsho. Dopo quattro mesi di rodaggio mostra più maturità e personalità. Sfortunato con i legni, pecca di lucidità in fase di rifinitura e finalizzazione nella super sfida con il Genoa.

Mallamo: 6
A lungo inseguito da Polito, si ritaglia il ruolo di gregario. Tanto impegno, ma non ancora al centro del Bari. Si aspetta il salto di qualità.

D’Errico: 5,5
10 presenze per meno di 180’: numeri in allegato sui documenti di un divorzio ormai imminente. L’assist del 3-1 con il Perugia è l’unico lampo di un girone di andata vissuto nell’anonimato.

Bellomo: 6
È un Nicola molto più maturo quello della quarta vita in biancorosso: si cala con carattere nella nuova realtà targata De Laurentiis. Mignani lo schiera 7 volte titolare. Inizia da lui la staffetta sulla trequarti. All’attivo anche un gol e due assist.

Cangiano: 5,5
Verona in Coppa Italia è un fuoco di paglia. Entra sei volte a gara in corso senza lasciare traccia. Poi solo panchina. Una meteora.

Botta: 6,5
Inizia a singhiozzo, partendo spesso dalla panchina. Bari-Ternana segna la svolta: nonostante un rendimento a corrente alternata, è tra i pochi a garantire qualità, illuminando la manovra offensiva. La rete con il Modena è da antologia. In campo con in mano una tavolozza a colori disegna calcio. Imprescindibile, è in attesa di rinnovo.

Scheidler: 5,5
Nonostante le attenuanti, il valore dell’investimento e le caratteristiche uniche nell’attacco impongono un rendimento molto diverso. Due gol in 11 partite sono un bottino troppo magro. Può e deve fare di più.

Antenucci: 7
Un altro “vecchietto” con la voglia di stupire: titolare 15 volte su 17 presenze smette i panni di terminale offensivo, vestendo l’abito su misura di regista d’attacco. Cruciale il suo fluttuare tra le linee, prezioso nel lavoro sporco a sostegno di Cheddira. I 5 gol danno lustro ad un campionato più che positivo.

Cheddira: 8,5
Da cucciolo a leone (“dell’Atlante”): in sei mesi passa dalla C al Mondiale. Appena rientrato dal Qatar morde il campo, graffia la porta, ruggisce al cielo, consolidando la classifica marcatori. 15 gol in 16 partite danno la misura di una crescita lampo sensazionale. È l’uomo simbolo del 2022.

Salcedo: 5
Preso nelle ultime ore di mercato, si presenta come l’under con esperienza da A. La perla offerta con il Sudtirol non rende giustizia ad un talento finora rimasto inespresso.

Galano 5,5
Ai margini del Bari sin dal suo ritorno a gennaio. Una fotocopia in bianco e nero del “Robben di Puglia”. Aria d’addio.

Ceter: sv
Finora una «scommessa» persa: frenato da una condizione fisica precaria resta impossibile da valutare. Gennaio sarà tempo di riflessioni.

Mignani: 6,5
Al timone della nave biancorossa, con equilibrio e saggezza. Qualche défaillance nella gestione dei cambi. Pagano i suoi sforzi per individuare alternative tattiche all’assenza di Cheddira. Dimostra di meritare il palcoscenico della serie B.

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