«C’ero. Ci sono. Ci sarò. Riproviamoci». Il primo annuncio ufficiale in casa Bari ha un forte valore simbolico. Valerio Di Cesare ha sciolto la riserva. Il capitano biancorosso, con contratto già rinnovato da tempo fino a giugno dell’anno prossimo, sarà ancora il primo baluardo della difesa anche nel campionato di Serie B 2023-2024. La notizia, già nell’aria da qualche giorno, è stata resa nota con i crismi dell’ufficialità ieri sul portale ufficiale del club biancorosso. La conferma sul campo del Numero 6 ha di fatto inaugurato la nuova stagione del Bari, che per il 40enne centrale romano coinciderà con l’ottava fatica in biancorosso.
La buona novella è arrivata dopo 20 giorni di silenzio. Nessun commento, neanche una parola al termine della pagina forse più triste del calcio barese, da parte dell’uomo più rappresentativo della squadra targata De Laurentiis. Troppo forte il dolore. Troppo profonda l’amarezza per non essere riusciti a compiere un’impresa così tanto vicina dal far sembrare impossibile il mancato raggiungimento del traguardo. Un sentimento che Di Cesare esprime con chiarezza nel suo pensiero che ha accompagnato l’annuncio. «Chi mi conosce lo sa, a contare per me sono i fatti e se non ho scritto nulla di quel maledetto 11 giugno, non vuol dire che non sia un mio pensiero costante, ancora adesso. Sono stato fermo lì per giorni e probabilmente una parte di me rimarrà sempre lì, sospesa in quel momento». Impossibile dimenticare le lacrime del capitano biancorosso. Il suo sguardo perso nel vuoto, volgendolo verso la curva nord del San Nicola, ancora impietrita dopo la zampata maliziosa e decisiva di Pavoletti. La gioia pronta ad esplodere, trasformata nel giro di un istante nello sgomento più cupo, reso ancora più profondo dalla rabbia di essere stato costretto ad abbandonare la contesa per colpa di un maledetto infortunio alla spalla. “Chissà come sarebbe andata se ci fossi stato io in area di rigore”. No, non sono parole di Valerio Di Cesare, ma senza dubbio un pensiero che probabilmente sarà passato più volte dalla mente del centrale difensivo, e di tanti tifosi, senza che possa risultare ingeneroso per chi aveva raccolto il suo testimone, Zan Zuzek. Curiosa, tra l’altro, l’esperienza dello sloveno. Quasi sempre impeccabile, ma con due gare, quella di esordio (Bari-Brescia) e quella di epilogo (Bari-Cagliari), della sua prima avventura a Bari macchiate da altrettanti “incidenti”, dei quali soprattutto l’ultimo dal peso purtroppo sostanziale.
Acqua passata adesso. Perché Di Cesare, forte evidentemente di un corpo che sente ancora rispondere alla sua voglia di raggiungere grandi traguardi, fissa immediatamente l’obiettivo. E lo fa con la stessa determinazione che aveva contraddistinto la vigilia dell’ultimo campionato. «Proprio i fatti mi danno la spinta per ripartire, ancora una volta, insieme: rivivere quelle sensazioni provate nei 20 giorni precedenti la finale è il mio pensiero fisso. Non solo lo stadio pieno, ma bambini e anziani con le maglie in giro per la città. Sono quello che voglio rivedere. Ed è per questo, nonostante la scelta per me più facile sarebbe stata quella di smettere, che mi voglio dare un’ultima possibilità, senza avere rimpianti». L’orgoglio e la voglia di rivalsa del Classe ‘83 sono certamente quelli di una città intera, affamata di riprendersi subito ciò che stato strappato via. A guidare Bari e il Bari ci sarà ancora Valerio Di Cesare, destinato ad entrare di diritto nella “hall of fame” biancorossa. A quota 203 presenze (16 gol), adesso potrà avere l’opportunità di piazzarsi nella top ten dei giocatori con più presenze nel club pugliese. Un altro segno dell’immortalità calcistica di un uomo ancora pronto a stupire tutti.
Con la decisione presa dal 40enne capitolino, il direttore sportivo Ciro Polito avrà un problema in meno da risolvere, in un reparto che tutto sommato è numericamente e qualitativamente tra i migliori in prospettiva del prossimo torneo. Vicari è già una certezza. Zuzek e Matino sembrano poter garantire affidabilità. Certamente in uscita Bosisio. Ma la sensazione è che sarà necessario inserire almeno un puntello di qualità ed esperienza, laddove il siero della giovinezza di Valerio Di Cesare dovesse esaurirsi. La caccia di Polito sarà rivolta anche a due terzini. Al momento in rosa figurano solo Ricci e Dorval, con Pucino in odore di rinnovo.