Il Bari è pronto a sfidare i colossi americani della B

Fortemente competitiva, orientata ancora una volta verso Nord, con ai nastri di partenza diverse squadre guidate da colossi finanziari: la Serie B 2022-2023, in attesa dei verdetti che riguardano l’ultimo posto per la A e quello disponibile per il salto in «Cadetteria» dalla C, si preannuncia come uno dei tornei più ostici e massacranti degli ultimi anni. Il compito del Bari, che si presenterà formalmente con il timbro di matricola d’onore, sarà davvero arduo. Se da una parte l’ambizione dei tifosi è di vedere lottare una squadra ai vertici della classifica, magari con un pensiero al doppio salto che non appaia soltanto velleitario, dall’altra la società biancorossa finora, nelle dichiarazioni pubbliche, ha sempre sposato la linea della prudenza e dell’equilibrio. Ambizione sì, ma coi piedi per terra, e non solo per questioni relative a multiproprietà e ricorsi, il messaggio nemmeno tanto tra le righe manifestato più volte dal presidente Luigi De Laurentiis. A breve il presidente romano incontrerà il direttore sportivo Ciro Polito. L’occasione servirà per mettere sul tavolo tutti i tasselli utili a pianificare la stagione e costruire la rosa che dovrà battagliare in B. Con in primo piano le questioni più spinose, relative a contratti da rinnovare, e ovviamente il budget che sarà messo a disposizione del dirigente campano. Non un dettaglio quest’ultimo, ma nemmeno un aspetto così dirimente per misurare le reali ambizioni del Bari. Il denaro che verrà scucito per affrontare la stagione sarà adeguato alla categoria, come più volte confermato da De Laurentiis. Al tempo stesso però sarà altrettanto necessario mettere sul tappeto le idee giuste per valorizzare le risorse. La storia dell’ultima Serie B, e non solo, insegna che non sempre i grossi investimenti fanno la fortuna di chi ha la possibilità di un portafogli da sogno. Il Parma è soltanto l’ennesimo fulgido esempio di quanto sia fondamentale per essere davvero competitivi costruire la rosa con criterio, in modo funzionale al progetto tecnico. Per il resto, regole come la lista over 23 bloccata a non più di 18 giocatori e l’utilizzo degli under limitano di certo il raggio d’azione, costringendo ogni squadra a ponderare tutte le scelte.

Impressionante il numero di big alla partenza, complici anche nomi eccellenti precipitati dalla Serie A: oltre al Parma che, c’è da scommetterci, dopo i cospicui investimenti tenterà di nuovo il salto e oggi ancora alle prese con il toto-allenatore, figurano squadre come Venezia, Genoa e Cagliari. Club che hanno fatto la storia del calcio italiano e oggi consolidati da proprietà sulla carta capaci di non porsi limiti dal punto di vista economico: emiliani, lagunari e la società del Grifone parlano americano, potendo contare su patrimoni di miliardi di dollari. A «stelle e strisce» anche la Spal del noto Tacopina. Tra le forti proprietà estere c’è anche quella del Como nelle mani di Sent Entertainment Ltd, controllata dalla indonesiana Djarum di Hartono, la stessa che nel 2018 inviò una domanda di acquisizione del nuovo titolo sportivo del Bari. Proposta allora nemmeno presa in considerazione perché non rispondente ai criteri fissati dal bando aperto dal sindaco Decaro.

Al momento sono 18 le squadre che compongono la griglia, solo quattro in rappresentanza del Sud, tra cui il Bari. I due posti vacanti verranno occupati dalla perdente della finale playoff tra il Monza di Berlusconi e il Pisa, e dalla vincitrice degli spareggi promozione in C. Per conoscere chi finirà in «paradiso» e chi invece resterà in «purgatorio» bisognerà attendere l’esito delle due semifinali Catanzaro-Padova e FeralpiSalò-Palermo, in programma tra oggi e domenica. Comunque vada sarà una super Serie B.

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