Il campionato di Serie B che inizierà a metà agosto è pronto a riaccogliere il Bari, promosso dal Girone C di Serie C. Il torneo cadetto è tutt’altro che un territorio sconosciuto per i biancorossi, che vi contano ben 47 apparizioni (quarto club per numero di partecipazioni dopo Brescia, Hellas Verona e Modena).
Al contrario, per alcuni calciatori dei galletti, sarà il primo approccio in assoluto con la seconda divisione. Di questo ristrettissimo gruppo fa parte Rubén Botta, trequartista argentino arrivato al Bari nell’estate 2021 dalla Sambenedettese. Fortemente voluto da Ciro Polito, suo estimatore fin dai tempi in cui era ds dell’Ascoli, Botta ha avuto un ruolo di primo piano nella vittoria del campionato, contribuendo con 4 gol e 6 assist in 27 presenze.
Dall’Argentina, nelle ultime ore, sono rimbalzate, però, notizie poco rassicuranti riguardanti il trequartista del Bari che, tornato in patria dopo la fine della stagione e autore di un campionato strepitoso fino all’infortunio del 23 gennaio al ginocchio sinistro, starebbe riflettendo sul futuro. Un fulmine a ciel sereno per il Bari e i suoi tifosi, impazziti per le giocate dell’argentino che, pur manifestando l’intenzione di restare, sarebbe alle prese anche con questioni di natura personale e familiare che potrebbero complicare la sua permanenza in biancorosso. Il futuro continua a rimanere incerto e nebuloso fino a una schiarita definitiva che, si spera, potrebbe arrivare nei prossimi giorni, ma società e tifosi confidano nel fatto che la situazione sia in fase di rientro. Il suo agente, Nicolas Spolli, ha voluto infatti rassicurare tutti ai microfoni di TuttoBari.com: «Ruben sta benissimo a Bari ed è un punto fermo della squadra. Non c’è alcuna possibilità che torni a giocare in Sud America al momento. I tifosi stiano tranquilli».
Tornando, invece, al Botta giocatore, Polito non è stato certo il primo ad accorgersi del talento di San Juan. I primi a posarvi gli occhi furono gli scout del Boca Juniors, nel cui vivaio Botta ha speso oltre una decina d’anni prima di trasferirsi al Tigres, con cui esordì tra i professionisti. L’impatto con la prima squadra fu buono, tanto che nell’estate 2013, poco dopo la ricostruzione di un crociato, per Botta arrivò la chiamata dell’Inter, un’opportunità da sogno. Inizialmente «parcheggiato» in prestito al Livorno senza scendere mai in campo, a gennaio 2014, Rubén arrivò alla Pinetina e l’allora tecnico interista Walter Mazzarri lo fece debuttare in Coppa Italia contro l’Udinese e in Serie A contro il Chievo. In quella stagione, l’argentino racimolò appena una decina di presenze senza lasciare il segno.
Proprio i veneti, nel campionato successivo, lo accolsero in prestito per l’intera annata offrendogli maggiore spazio ma nonostante ciò, Botta non fu confermato e dopo una sola apparizione coi nerazzurri nei preliminari di Europa League, fu ceduto a titolo definitivo al Pachuca. Dal Messico all’Argentina, il fantasista ha poi vestito le maglie di San Lorenzo e Defensa y Justicia, prima di rimettersi in discussione in Italia, ripartendo dal basso con la Samb, nel Girone B di Serie C.
Un’operazione di rilancio più che riuscita, come certificato dalle 8 reti e i 7 assist in 31 presenze con i marchigiani. Di lì la chiamata del Bari con cui ha conquistato la B da protagonista, regalando lampi di classe, pur al netto di un contributo intermittente nel girone di ritorno per via di guai al menisco. L’auspicio di Mignani e dei tifosi baresi è che, dopo il ritiro estivo, il numero 10 ritrovi la miglior condizione e continui ad essere un elemento chiave dello scacchiere biancorosso anche sull’inedito palcoscenico della B per continuare a sognare.