«Personalità, determinazione, atteggiamento, organizzazione, coraggio». In circa trenta minuti di conferenza stampa Beppe Iachini ha ripetuto la formula appena elencata almeno quattro, cinque volte, pur rispondendo a domande su temi diversi. È il segnale più chiaro di quale sia la ricetta individuata dall’allenatore marchigiano per cercare di cambiare l’inerzia di una stagione finora maledetta. Sulla strada dei biancorossi c’è il Venezia. Si tratta del primo ostacolo d’altissima classifica per Iachini da quando ha assunto la guida tecnica della squadra pugliese. Il prologo di un rush finale che porterà Di Cesare e compagni a scontrarsi contro le prime quattro squadre in classifica e sette formazioni che li precedono in graduatoria.
Le aspettative allo stadio “Penzo”
Domani in Laguna, alle 16.15, sarà tempo della 29a tappa del campionato di serie B. Alla vigilia della gara, è chiaro e diretto il messaggio di Iachini: «Mi aspetto un Bari super organizzato. Il Venezia è una delle squadre più forti del campionato. Dovremo fare una partita perfetta. Affrontiamo una squadra che ha una rosa qualitativamente importante. Stanno facendo un ottimo lavoro, come dimostra la quarta posizione in classifica. Lavorano da due anni insieme e si vede. Ci vorrà una grande prestazione. Se andremo in campo come voglio io, ci giocheremo le nostre chance. Ho detto ai ragazzi di affrontare la gara con personalità, organizzazione e mentalità. Troveremo un ambiente caldo. Lì ho vinto un campionato, sono stato bene. Mi hanno dato tanto, come io ho dato tanto a loro, so che ambiente si crea. Dobbiamo giocare con grande personalità».
Il lavoro come unica ricetta
Anche questo è ormai un mantra, ripetuto quasi fino alla noia. Come lo è la parola “lavoro”, che si spera possa risultare magica per dare una svolta alla cronica crisi del gol. I numeri fuori casa sono ancora più impietosi di quelli generali: 12 punti in 14 partite, 12 gol segnati, 19 subiti. Dati da allarme rosso, che d’altronde relegano il Bari in 18esima posizione per rendimento esterno. «Sappiamo di avere margini di crescita importanti. Abbiamo lavorato anche in settimana in fase di possesso e di non possesso. Bisogna memorizzare le linee di gioco, acquisire determinati automatismi per essere più pericolosi», ha ribadito l’allenatore ascolano.
I gol che non arrivano
«Stiamo lavorando su tutto. La costruzione inizia dal basso. Movimenti, circolazione della palla con intensità, smarcamento, questi sono i fattori necessari per diventare pericolosi». L’allenatore del Bari ha quindi evidenziato la necessità degli inserimenti da parte dei centrocampisti. «Per essere propositivi e coraggiosi bisogna riempire l’area. Stiamo insistendo sotto questi aspetti. So che ci sono margini di crescita, ma è importante che l’atteggiamento mostrato nel lavoro settimanale venga messo in partita». Teoremi che ricordano in modo inquietante i concetti espressi più e più volte dall’ex tecnico dei biancorossi, Pasquale Marino, ma poi quasi mai applicati nelle sfide in campionato.
Come vincere la paura
Altro tema sotto gli occhi di tutti: una squadra che spesso, anziché accelerare o proporsi in verticale, fa il gambero e va all’indietro. «I calciatori devono fare quello che dice l’allenatore. Conosco un’unica medicina: il lavoro sul campo e quella dell’analisi video. Serve intensità. A Catanzaro l’abbiamo fatto. Ma questo deve diventare il nostro Dna. Spetta a me fare in modo che la squadra acquisisca i miei principi. Battendo il ferro sul lavoro mi auguro che ci sia una crescita, deve esserci. Bisogna essere meno timorosi. Durante la settimana vedo le risposte giuste, ma mi aspetto che vengano confermate sul campo. È lì che mi aspetto una crescita e un atteggiamento propositivo».
Bari Sibilli dipendente
I numeri lo dimostrano: oltre il 30% dei gol segnati dalla squadra; 12 punti su 34 arrivati direttamente dalle reti dell’attaccante napoletano. Iachini però ha cercato di confutare una realtà che coincide con un limite evidente per la formazione pugliese. «Stiamo insistendo molto sulla crescita individuale. Sibilli è un calciatore importante per noi, che ci dà varianti, fa quello che gli chiedo e può essere ancora più determinante se riuscirà a fare quello che voglio da lui».
Il peso degli infortuni
La cartina di tornasole fornita da Iachini è l’assenza di Maita nelle ultime tre gare. «La squadra con lui aveva avviato un certo tipo di percorso. Poi a causa dell’infortunio ho dovuto fare cambi forzati, mentre sarebbe stato meglio mantenere lo stesso assetto. Ma vedo partecipazione da parte di tutti».