«Oggi c’è posto per tutti sul carro Happy Casa». Così recitava un post pubblicato sui canali social dell’Happy Casa Brindisi poco più di un anno fa, precisamente il 4 dicembre dell’anno scorso. Quel giorno Brindisi, dopo un avvio di stagione altalenante, riuscì a battere la forte Venezia. Oggi, invece, sono passati poco più di 365 giorni da quel post e proprio quel carro, fiore all’occhiello del cestismo pugliese, si ritrova con delle ruote malandate, un cocchiere che non sa dove andare e sulla strada che porta dritti all’A2.
Quella squadra aveva tanti punti deboli. Ky Bowman doveva ancora ambientarsi al basket d’oltreoceano, Marcquise Reed era discontinuo, gli italiani non rendevano al meglio. In panchina sedeva coach Frank Vitucci e il direttore sportivo era Simone Giofrè. Le critiche erano tante: Brindisi si ritrovava nella parte destra della classifica e il roster appariva mal amalgamato e non adatto alle esigenze del coach. Brindisi, con quel post, quasi “sbeffeggiava” coloro che, a ragion veduta, erano scontenti dell’andazzo del campionato, ma al contempo gioivano per la vittoria contro gli orogranata.
Da quella gara le cose sono solo andate a peggiorare. Brindisi, a girone di andata quasi terminato, è ultimo, anzi ultimissimo. I punti conquistati sono solo quattro. Varese e Treviso, penultime a pari punti, hanno quattro lunghezze in più della Stella del Sud che, ovviamente, nel basket equivalgono a due vittorie. Un divario di certo non impossibile da colmare ma che, con questa squadra, sembra quasi insormontabile. Nell’ultima gara giocata, quella del 23 dicembre scorso, il “carro Happy Casa” è finito fuori strada, sì è cappottato ed è finito in un burrone, compiendo un “harakiri” impossibile da scordare per gli appassionati del basket nostrano. Dall’essere a più venti a cinque minuti dalla fine della gara, Brindisi si è ritrovata a perdere all’overtime, a causa di un quarantenne chiamato David Logan che, seppur con qualche pelo bianco, riesce a dipingere egregiamente quell’arte in movimento chiamata pallacanestro.
Le cause di questa disfatta, come dell’inizio di stagione molto al di sotto delle aspettative, sono molteplici. Non essere riusciti a trovare un accordo con il duo Vitucci-Gioffrè è stato un grave errore. Affidare la squadra a Fabio Corbani anche. Trovare un ds belga alla prima esperienza in Italia, forse, è stato quello più grande. Pensare di svoltare una stagione con l’acquisto di un play alto centosettantadue centimetri, da una squadra ultima in classifica che l’aveva messo fuori rosa, invece, è stata un’ingenuità imperdonabile. Nulla è ancora deciso, ma se si vuole salvare “il carro” qualcosa va fatta ed anche in fretta. Oppure la targa di quel carro, a settembre dell’anno prossimo, inizierà per “A2”.