Happy Casa, col Trento ultima chiamata per rimanere in A1

È in casa che Brindisi si giocherà oggi, alle 18,30, una delle sue ultime chance di rimanere in serie A1. Il match odierno contro Trento, infatti, rappresenta una delle poche speranze rimaste alla Happy Casa per salvare il campionato. Trento è l’ottava forza del campionato, grazie ai 22 punti conquistati fino ad ora.

I bianconeri sono nell’ultima posizione utile per la qualificazione ai play off, pur avendo gli stessi punti di Pistoia che è settima e di Tortona che è nona. Brindisi è invece ultima dall’inizio del campionato. I dieci punti conquistati, due in meno di Pesaro penultima e quattro in meno di Treviso terz’ultima, sono l’emblema di una delle stagioni più sciagurate che i tifosi abbiano mai vissuto, iniziata con l’addio di Frank Vitucci e Simone Giofrè.

«A fine campionato – dichiarò qualche tempo fa il presidente Nando Marino per spiegare la rottura con i due – uno dei procuratori più importanti in Italia mi ha detto: “Al 99,99% Vitucci e Giofrè ti lasciano per andare a Treviso”. Dopo il termine della scorsa stagione li convoco per la consueta riunione finale e chiedo loro cosa volessero fare. Avevano un altro anno di contratto, mi rispondono che avrebbero voluto un rinnovo triennale. Non sarebbe stato sbagliato proseguire con loro ma credo che bisogna mettersi sempre in discussione perciò volevo proporre un prolungamento di una sola stagione. Ho capito che qualcosa si era rotto e li ho liberati senza chiedere un euro».

Poi la scelta di affidare la panchina a Mario Corbani, coach milanese che mai era stato capo allenatore in serie A1.

«Ho sbagliato – disse Marino dopo il suo esonero – la scelta del nuovo allenatore. Corbani da assistente aveva fatto crescere in maniera incredibile Mascolo, Mezzanotte, Riisma e Bayehe che dovrebbero fargli una statua. Purtroppo, è andata male e chiedo scusa. Avevo proposto la coppia Bowman–Cinciarini ma il coach mi ha risposto che non erano adeguati al suo gioco, stessa cosa per Zanotti. Ma io questo gioco non l’ho mai visto! Sono andato a vedere due allenamenti in preparazione, sembrava dovessimo fare i 100 metri. Sull’ala piccola mi sono imposto, potevamo prendere un ragazzo polacco ma ho voluto aspettare, quando è uscito fuori il nome di Sneed abbiamo stanziato un extra budget per prenderlo».

Al posto di Giofrè arrivò Leo de Rycke, direttore sportivo belga alla prima esperienza in Italia.

«Ha un ottimo curriculum e mi è stato consigliato da alcuni amici del basket internazionale. L’unico rimprovero che gli faccio – disse Marino su di lui – è di non aver avuto abbastanza personalità per contrastare le scelte dell’allenatore. Nella sua lista c’era un centro che poi è stato preso dall’Efes (Daniel Oturu, ndc) ma Corbani disse che non era abbastanza rapido per la sua idea di basket».

Insomma, la stagione è stata complicata dalle scelte sbagliate del presidente Marino, ma adesso che in panchina c’è Dragan Sakota e che la società ha acquistato Eric Washington e Andrew Smith per tentare il tutto per tutto, Brindisi non ha più scuse.

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