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Gaza, ucciso Suleiman al-Obeid: il “Pelé palestinese” era in fila per il cibo. Salah alla Uefa: «Dite com’è morto»

Un colpo di carro armato israeliano ha interrotto il sogno di Suleiman al-Obeid, il “Pelé” del calcio palestinese, di continuare a giocare fino a 50 anni. L’attaccante quarantunenne della squadra di Gaza, l’Al-Shati, è stato ucciso mentre era in fila per raccogliere cibo nel sud della Striscia.

La sua vedova, Doaa al-Obeid, custodisce gelosamente i pantaloncini blu e bianchi con il numero 10, l’unico ricordo che le resta del marito, la cui casa era già stata distrutta da un bombardamento all’inizio dell’anno. «Questa è la cosa più preziosa che ci ha lasciato», ha detto, mentre lei e i suoi cinque figli piangono la perdita.

La denuncia di Mohamed Salah alla UEFA

La notizia della morte di Obeid ha avuto risonanza internazionale, anche grazie all’intervento di Mohamed Salah. L’attaccante del Liverpool ha criticato aspramente un tributo della UEFA, l’organo di governo europeo, che non menzionava la causa della morte del calciatore. «Potete dirci come è morto, dove e perché?» ha scritto Salah in un post, mettendo in evidenza la reticenza delle istituzioni.

La Federcalcio palestinese ha confermato che Obeid è stato ucciso in un attacco dell’esercito israeliano mentre era in attesa di aiuti, una versione sostenuta anche dalla sua famiglia che ha parlato di un colpo di carro armato. L’esercito israeliano non ha rilasciato commenti pubblici sull’accaduto.

La morte di al-Obeid si inserisce in un quadro drammatico. Secondo la Federcalcio palestinese, l’attaccante è almeno il 321° tesserato ucciso nella guerra a Gaza, tra giocatori, tecnici e dirigenti, un numero che raddoppia se si considerano anche gli sportivi di altre discipline.

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