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Gabriele Ceglie campione italiano di parakarate: ora sogna la Nazionale

È stato Gabriele Ceglie, brindisino di 19 anni, a trionfare nei campionati italiani di parakarate, svoltisi a Venezia lo scorso 6 novembre: la disabilità non ha fermato il suo talento sportivo. A partecipare ai campionati tantissime società, provenienti da ogni parte dello stivale. Presente anche Brindisi, con l’associazione sportiva dilettantistica “Dojo Dokko Do Karate”, di…

È stato Gabriele Ceglie, brindisino di 19 anni, a trionfare nei campionati italiani di parakarate, svoltisi a Venezia lo scorso 6 novembre: la disabilità non ha fermato il suo talento sportivo.

A partecipare ai campionati tantissime società, provenienti da ogni parte dello stivale. Presente anche Brindisi, con l’associazione sportiva dilettantistica “Dojo Dokko Do Karate”, di cui Gabriele fa parte. È diventato campione nazionale di parakarate, disciplina che integra nella competizione gli atleti con disabilità. È stato il primo brindisino a riuscirci. Anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, si è complimentato con l’atleta e i suoi maestri. «È il brindisino Gabriele Ceglie il campione italiano di parakarate, l’arte marziale che integra nella competizione gli atleti con disabilità – ha scritto il primo cittadino su Facebook -. Gabriele siamo orgogliosi di te, sei un grande esempio per tutti noi, Brindisi ti ringrazia. Complimenti alla famiglia di Gabriele e all’Asd Dojo Dokko Do Karate che dà questa possibilità agli atleti di Brindisi».

A ringraziare il “Dokko Do” ci ha pensato anche Rita Dell’Erba, mamma di Gabriele, che racconta il percorso sportivo del figlio, da poco coronato dalla vittoria in ambito nazionale. «Gabriele – dice la madre Rita – ama questo sport e gran parte del merito è dei suoi maestri, che lo trattano come un figlio o come un fratello, a seconda dei casi. Da tre anni frequenta quella palestra e le sue soddisfazioni sono state tante. L’ha aiutato a trovare un suo equilibro mentale, cosa fondamentale per chiunque, ma anche ad affrontare i problemi della vita, senza ignorarli». Gabriele ha dato anche prova della sua maturità, affrontando il primo viaggio senza sua madre, “sostituita” dai suoi maestri. La sua è stata un’esplosione di gioia quando ha saputo della vittoria e non ha esitato a chiamare mamma Rita per avvisarla. «Quando mi ha chiamato – ci racconta – non riuscivo neanche a parlare, ero totalmente in tilt. Mi ha detto che ha dedicato la vittoria a me e a tutti i suoi amici. Soprattutto a quegli “amici” che volendo o meno gli fanno notare la sua disabilità». Adesso per Gabriele potrebbero aprirsi le porte della nazionale paraolimpica, obiettivo sicuramente da poco. Ciò che è certo è che Gabriele sogna una vita con il karate o parakarate che sia, di cui vorrebbe diventare maestro.

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