Maledetti playoff. Il Lecco compie l’impresa e conquista la promozione in serie B ai danni del Foggia, battuto sia all’andata che al ritorno. Al Foggia non vanno proprio giù, dopo le finali con Avellino e Pisa, il Lecco allo “Zaccheria” aveva gettato le basi per un non c’è due senza tre che il gol di Bjarkason nella finale di ritorno sembrava scongiurare.
Invece no, il Foggia si è spento pian piano ed il rigore assegnato ai lombardi ha dato la chiara impressione di togliere ogni speranza ai rossoneri. Dispiace, soprattutto alla luce di un cammino negli spareggi promozione fatto di imprese come quella sul Cerignola, passando per Crotone e finendo a Pescara.
Un’analisi più profonda della stagione dei rossoneri darebbe una lettura diversa al traguardo raggiunto che ha del miracoloso per una squadra che dopo sette gare aveva quattro punti e che ha cambiato due direttori sportivi e quattro allenatori, un record. Resta l’amaro in bocca di vedersi sfuggire un traguardo sulla linea del traguardo ed essere penalizzato nel momento topico della stagione anche da una direzione di gara alquanto discutibile. Ma non bisogna fare l’errore di piangersi addosso, la finale è stata persa anche per una condizione fisica con la spia della riserva accesa e nel non aver creato palle gol. Ora testa al futuro. Delio Rossi può e deve essere il punto di partenza.
Canonico non faccia l’errore di farselo sfuggire ed insieme al tecnico e ad un direttore sportivo capace e attivo sul mercato che fortifichi una squadra che ha già buone basi per ripartire. Il campionato prossimo sarà estremamente difficile. Benevento, Pescara, Crotone, Catania, Avellino su tutte danno una valenza tecnica al girone C che potrebbe essere definito tranquillamente una B2.
Sarà dura, durissima ripetersi ecco perché se si vuole andare lontano bisogna attrezzare un vero e proprio squadrone capace di battere chiunque. Basta mezze figure. Il Foggia di quest’anno ha fatto crescere giovani diventati interessantissimi come Leo, Frigerio, Kontek, Iacoponi e Bjarkason sui quali puntare, ma la squadra deve essere solidissima in difesa dove Rizzo e Garattoni sono ormai una certezza e munirsi di piedi buoni da affiancare ad elementi già importanti come Schenetti, Peralta e Vacca, ma soprattutto servono due punte da doppia cifra, gente che sotto porta non perdona.
Questa è la ricetta imprescindibile se si vuol di nuovo puntare in alto. Da oggi il Foggia deve voltare pagina e pianificare il futuro, senza affanni e spese folli spesso inutili. Elementi di qualità, non figurine, questo il mantra, ma la parola ora passa alla società e alle reali possibilità di budget per pianificare il futuro.