Europei di atletica, l’andriese Selvarolo a caccia del podio: «Voglio divertirmi» – L’INTERVISTA

Da ieri e sino a mercoledì 12, Roma non sarà solo capitale d’Italia. Il meglio che l’atletica leggera del vecchio continente possa offrire è pronto a battersi sulle strade della Città Eterna e sulla pista dello stadio Olimpico, per vincere una medaglia nei campionati Europei. A caccia del podio va anche Pasquale Selvarolo, atleta andriese del gruppo sportivo delle Fiamme azzurre e della Pro Atletica Canosa, che domani alle 9 sarà uno dei protagonisti azzurri della mezza maratona.

Selvarolo, poche ore e anche per lei avranno inizio gli Europei: come arriva all’appuntamento?

«Direi bene. Ho cominciato a prepararli sin dallo scorso gennaio in altura in Kenia. Ho svolto parecchi allenamenti in condizioni particolari e con atleti tra i più forti al mondo per calarmi subito nell’idea di affrontarli al meglio. Ho testato in più occasioni la condizione fisica per capire su quali aspetti lavorare. Anche mentalmente sto bene: sono due approcci paralleli, che a volte si incontrano per confluire nella stessa giornata e occasione. Spero, perciò, che sia così anche in questa gara».

Ha ottenuto il suo tempo migliore nella mezza maratona di Ravenna, conclusa in 1’00”32: a Roma potrebbe abbattere il muro dell’ora?

«Ho già corso a Roma e non sono quasi mai andato troppo vicino ai miei migliori tempi. La gara di domenica si correrà su tre superfici diverse perché partiremo sui sampietrini, poi ci saranno dei tratti asfaltati e poi si finirà sul tartan della pista. La gara si farà sull’uomo e, più del tempo, conterà il piazzamento. Di conseguenza se i nostri diretti avversari correranno più piano, si correrà tutti più piano. La gara si svolgerà negli ultimi chilometri in modo più aggressivo, ma non sarà per velocisti. E poi il caldo e l’umido giocheranno un ruolo fondamentale. Fortunatamente allenandomi nella nostra Puglia ho già assaporato il caldo e forse potrei essere più avvantaggiato».

Il tempo per tagliare il traguardo potrebbe essere simile all’1’01”57 da lei rilevato lo scorso aprile a Berlino?

«Sì, secondo me sarà una gara che si svilupperà su quel rilevamento cronometrico».

Il 31 dicembre, sulle stesse strade che la vedranno a breve protagonista, vinse la We Run Rome: quanto la galvanizza la capitale?

«Mentre vi correvo, buttavo già un occhio alle strade che avrei percorso agli Europei. Essendo Roma, una città turistica, è bello vedere che i turisti si fermino a guardare e a fare il tifo. Sotto questo aspetto, Roma è un contesto molto caloroso».

A Roma ci saranno parenti e amici?

«Sì, la famiglia è sempre con me, perché si tratta sempre di feste dello sport. Ci saranno anche tanti amici da Andria».

Dopo Roma come proseguirà la stagione?

«Penso di fermarmi un attimo per recuperare un po’ di energie. A luglio inizierà la preparazione in altura per sfuggire al caldo. Sarò nella valle del Ledro, nel Trentino, a 800 metri sul livello del mare. Ad agosto, invece, passerò all’alta montagna e a St Moritz per prepararmi all’autunno. A dicembre parteciperò alla mezza maratona di Valencia, una delle più veloci al mondo in cui proverò ad abbattere il muro dell’ora. Con il mio tecnico, Piero Incalza, valuteremo altre situazioni, per approcciare la maratona. Con lui valuteremo se vi sia l’opportunità o meno».

Allora nel suo prossimi futuro sarà un maratoneta?

«Potendo immaginare una mia partecipazione olimpica o si scelgono i 10mila metri o la maratona. La mezza è una gara che generalmente inseriscono agli Europei o ai Mondiali. Dovrò prendere una decisione: nel futuro mi vedo più maratoneta che pistaiolo, ma per compiere questa metamorfosi bisognerà avere un’ulteriore evoluzione fisica e mentale. Non so, però, quanto tempo possa volerci».

In quale posizione taglierà il traguardo a Roma?

«Mi auguro di rispettare il mio tempo attuale. Guardando la lista dei partecipanti e i tempi rilevati, sono ottavo e quindi almeno questo pronostico va rispettato. Come detto sarà una gara particolare, che potrebbe riservare delle sorprese. Ho visto, per esempio, che alcuni atleti svizzeri e tedeschi si sono allenati con la neve: passare, nel giro di pochi giorni, dal freddo ai 27 gradi e all’umidità di Roma è difficile, perché è grande lo sbalzo. Inoltre ci sarà la competizione a squadre, che mette in palio il titolo di campione d’Europa e non è poco. Vivrò la gara divertendomi, consapevole di tutto il lavoro svolto sino a oggi».

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