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Dubbi e incertezze sul futuro del Bari: dove sono Polito e De Laurentiis?

Bari brancola nel buio. Sono passate quattro settimane dalla notte più triste del calcio barese, ma la città è ancora all’oscuro di quali siano i programmi del prossimo futuro. Sia sul piano societario che su quello sportivo. Ventotto giorni di sostanziale silenzio, al netto della lettera aperta scritta dal presidente Luigi De Laurentiis ai tifosi,…

Bari brancola nel buio. Sono passate quattro settimane dalla notte più triste del calcio barese, ma la città è ancora all’oscuro di quali siano i programmi del prossimo futuro. Sia sul piano societario che su quello sportivo.

Ventotto giorni di sostanziale silenzio, al netto della lettera aperta scritta dal presidente Luigi De Laurentiis ai tifosi, tre giorni dopo la sconfitta nella finale play-off contro il Cagliari. Un intermezzo social-epistolare emotivamente intenso, certamente pieno di buone intenzioni, ma nei fatti privo di riferimenti chiari e diretti su come la Ssc Bari intenda proseguire il suo cammino.

Non vi è ancora nessuna certezza su quali siano le strategie e l’indirizzo del club biancorosso nella pianificazione della imminente stagione sportiva. Il dato acclarato resta l’incontro avvenuto a Roma, nella sede della Filmauro, tra l’amministratore unico del club pugliese e il direttore sportivo Ciro Polito. Ma sui contenuti e sul perché del successivo lungo silenzio del manager campano, durato oltre una settimana, permangono ancora troppi dubbi. Che nella Capitale siano state toccate corde particolarmente delicate è fuori discussione. Dalla questione budget per «puntare in alto» al tema Mignani, passando dalla richiesta avanzata dal ds di vedere riconosciuto il lavoro fatto nell’ultima stagione, insieme ai risultati ottenuti, attraverso un nuovo adeguamento contrattuale. Desiderio, quest’ultimo, rimasto sospeso, anche in virtù delle opzioni scattate nel contratto rinnovato un anno fa, che nei fatti avevano già portato ad un miglioramento delle condizioni economiche nonché al prolungamento del vincolo fino al 2025. Le parti, nonostante qualche momento di freddezza, hanno poi ritrovato «piena unità di intenti ed entusiasmo», per lo meno stando a quanto riferito da fonti a loro molto vicine. D’altronde la totale assenza di comunicazioni ufficiali sul piano societario non ha di certo aiutato (e non aiuta) a fugare perplessità, finendo anzi per prestare il fianco a teorie all’insegna della dietrologia.

Ci sono poi questioni che riguardano il lato operativo. Il ritiro è stato annunciato, ma ad oggi non vi è alcuna evidenza su quale sarà la squadra che partirà venerdì prossimo per Roccaraso. Sono 16 i giocatori ancora tesserati (a parte i rientri dai prestiti), tra i quali spiccano Cheddira e Caprile, che sembrano però entrambi destinati a salutare il capoluogo pugliese. Dopo 7 giorni dall’avvio del mercato, l’unica notizia ufficiale è l’annuncio fatto da Valerio Di Cesare, con il quale il capitano ha comunicato la volontà di continuare a giocare per tentare di riprendere il traguardo perduto. Per il resto solo un bailamme di rumor e spifferi su presunti interessamenti e corteggiamenti concreti. La sensazione è di un mercato ancora sostanzialmente bloccato. A parte il probabile trasferimento del 20enne centrale Faggi, atteso da un quadriennale, il lavoro di Polito è stato caratterizzato da sondaggi, richieste di informazioni e tante chiacchierate. Nulla di concreto. La svolta potrebbe arrivare dalla cessione di Cheddira. La monetizzazione derivante dalla vendita del cartellino dell’italo-marocchino darebbe probabilmente maggiore linfa all’attività del direttore sportivo. Non va però dimenticato che il 50% dell’incasso dovrà essere versato al Parma, in virtù della clausola inserita l’estate scorsa in sede di trasferimento a titolo definitivo dell’attaccante di Loreto, fondamentale per strapparlo dal club ducale a soli 150mila euro. La quotazione del nazionale marocchino a gennaio aveva raggiunto i 10 milioni di euro.

C’è poi un fattore. Nell’ultima apparizione pubblica Polito aveva annunciato che in caso di mancato raggiungimento della promozione, l’obiettivo nel prossimo campionato sarebbe stato migliorare il terzo posto. Tradotto, puntare al salto di categoria senza passare dai playoff. In vista delle probabili cessioni di Cheddira e Caprile, e in virtù della conferma quasi impossibile di Folorunsho, lo scenario allo stato attuale è di una squadra che perderà gran parte dell’ossatura e del suo potenziale, soprattutto offensivo. Potrà essere sufficiente un altro “miracolo” di Polito per fare in modo che il Bari mantenga il suo livello di competitività, a tal punto da poter ambire davvero così in alto?

Nel frattempo in città serpeggia malcontento, alimentato di giorno in giorno dal “silenzio radio”. I 5 record di presenze stabiliti dal San Nicola in una stagione sportiva senza precedenti in termini di pubblico in serie B (è bene evidenziarlo) e gli oltre 110mila spettatori delle ultime due gare, meriterebbero forse maggiore attenzione da parte dei vertici societari. Perché è vero: nel calcio conta la sostanza, che nella gestione De Laurentiis non è mai mancata. Ma è altrettanto vero che la forma è sinonimo di cura e rispetto nei confronti di una piazza che ha risposto presente, sin dal primo all’ultimo giorno, incantando con la sua straordinaria passione tutto il calcio italiano.

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