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Dopo Bitonto, Valeriano Loseto spera nel grande salto: «Pronto per un progetto ambizioso anche in C»

Calcio offensivo, spogliatoio sempre in pugno con giocatori pronti a dare l’anima per la propria guida tecnica ma soprattutto verticalizzazioni, fraseggio rapido e come il motto di un club di serie A, “fino alla fine” rispecchia le peculiarità di mister Valeriano Loseto. Valeriano è figlio d’arte dell’immenso Pasquale detto “Ualino” Loseto, ex giocatore ai tempi…

Calcio offensivo, spogliatoio sempre in pugno con giocatori pronti a dare l’anima per la propria guida tecnica ma soprattutto verticalizzazioni, fraseggio rapido e come il motto di un club di serie A, “fino alla fine” rispecchia le peculiarità di mister Valeriano Loseto. Valeriano è figlio d’arte dell’immenso Pasquale detto “Ualino” Loseto, ex giocatore ai tempi del mitico Gigi Riva “Rombo di Tuono” e allenatore per svariati anni delle giovanili dove lanciò i fratelli Giovanni, divenuto bandiera intramontabile e capitano e Onofrio, oltre appunto al figlio Valeriano e qualche anno dopo ha indossato la maglia del Bari, anche Ivan che è figlio di Gianni. Una dinastia vera e propria.

Ma Valeriano che ha vestito la maglia biancorossa nel 92/93 avendo avuto mister Lazaroni e Beppe Materazzi, giocando con tanti campioni biancorossi che nell’anno seguente avrebbero vinto il campionato. Appese le scarpe al chiodo ha intrapreso la carriera da tecnico che aveva già nelle proprie corde per carattere temprato e leadership. Ha allenato Corato, giovanili dell’Andria, la prima squadra della Fidelis, Gravina, Bitonto sfiorando la finale ai playoff della D (dei torti arbitrali ed alcuni episodi sfavorevoli) e l’Under 19 del Bari anche in quel caso valorizzando i giovani ed ancora il Bitonto nella passata stagione salvandolo ed in questa dopo che era partita con innumerevoli under ed un programmazione, al di sotto degli standard annunciati a lui stesso, stava seminando sino a quando è stato sollevato dall’incarico salvo richiamarlo con una situazione fortemente compromessa, lui ha cercato sino a gli ultimi 100 secondi di salvarlo nell’ultima partita contro Casarano, ma non esce sconfitto ma bensì “vinto” perché ancora una volta pur subentrando in situazioni complesse è riuscito a gettare il cuore oltre l’ostacolo. In un intervista telefonica ci ha raccontato del suo stato d’animo e della sfrenata voglia di rimettersi in gioco per un progetto ambizioso anche in Lega Pro. Ieri era presente al “Veneziani” come spettatore per la finale playout tra Monopoli-Virtus Francavilla.

Il suo bilancio sulla stagione col Bitonto chiusa con una retrocessione dove è evidente che è il meno responsabile ed ha tentato sino all’ultimo secondo di salvare i neroverdi.

«Partivamo dalla base dello scorso anno e dalla salvezza raggiunta con tre giornate di anticipo. Ma alla fine le promesse sono state disattese e sono andate storte altri fattori che hanno complicato i piani societari. Io non ho mollato e ho cercato di tenere coeso il gruppo, al di là degli under stavamo lottando. Poi scelte tecniche discutibili, è arrivato il secondo esonero in 16 anni di carriera. Quando sono stato richiamato sapevo che la situazione era compromessa ma avevo la speranza per indole del mio carattere di provarci sino alla fine e così è stato: ci ha fermato un palo e una gara gagliarda al “Capozza” contro Casarano. Retrocedere resta sempre un’amarezza per quel popolo bitontino che mi ha dato tanto negli anni ma dove anche io ho dato me stesso».

Ha già allenato anche in Lega Pro, impartendo sempre un calcio propositivo, prediligendo il 3-5-2 ma passando anche ad altri moduli. La sua ambizione e progetti futuri.

«Non ho mai messo firma per un pari, non mi sono mai arreso neanche di fronte a situazioni complesse. Da mio padre che mi ha insegnato tantissimo e gli sono dedito, agli allenatori avuti, ma soprattutto all’esperienza maturata sul rettangolo di gioco, posso dire di ispirarmi a me stesso. Moduli? Dal 3-5-2 che è un sistema che prediligo, mi piace che la squadra possa passare anche al 4-3-3, ma il “must” è sempre lo stesso, niente barricate e giocare un calcio offensivo, ovviamente tenendo presente il materiale a disposizione. Sono pronto a ripartire da un progetto ambizioso e valuto proposte interessanti. Non comprendo, però, perché ad oggi non ne siano arrivate, ma io non mollo».

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