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Disabilità fisica e intellettiva, i benefici del basket con i tecnici HBari2003 – VIDEO

Da oltre vent’anni vivono una vita più piena e soddisfacente grazie alla pallacanestro. Sono ragazzi e ragazze con disabilità fisica o intellettiva sostenuti con le loro famiglie da un gruppo di tecnici, istruttori, accompagnatori, operatori e volontari dell’ HBARI2003

Da oltre vent’anni vivono una vita più piena e soddisfacente grazie alla pallacanestro. Sono ragazzi e ragazze con disabilità fisica o intellettiva sostenuti con le loro famiglie da un gruppo di tecnici, istruttori, accompagnatori, operatori e volontari dell’HBari2003.

L’Associazione a promozione sociale e sportiva dilettantistica, è anche una squadra di basket in carrozzina che svolge un servizio di altissima valenza sociale attraverso attività di psicomotricità che ha consentito la realizzazione di innumerevoli iniziative a favore dei più deboli grazie alla disciplina sportiva della pallacanestro dedicata ai soggetti con disabilità da traumi midollari.

«L’idea è nata dopo un incontro con Beppe Bernardi, tecnico e allenatore del basket in carrozzina di altre squadre. Anni fa un gruppo di Bologna che si occupava del basket per la disabilità intellettiva attirò la nostra attenzione e così pensammo alla realizzazione di una squadra a Bari». Così Gianni Romito, atleta, tecnico di pallacanestro in carrozzina, operatore di sport per disabilità e presidente dell’HBari2003.

«Poi – continua Romito – abbiamo cambiato tutto. Non potevamo lasciare isolata quella disabilità intellettiva grave così abbiamo avviato una attività che proviene tecnicamente dalla pallacanestro e utilizza la sua disciplina per allenare tutti i ragazzi con disabilità grave e meno grave».

Sostenuti da operatori, tecnici e volontari di cui è «importante evidenziare il lavoro preziosissimo svolto da tante persone senza le quali nel nostro paese tantissime iniziative non potrebbero realizzarsi».

La storia

Il 9 settembre del 1982 Gianni Romito, giovane ventenne, subisce una lesione midollare. «Un incidente – racconta – mi costringe a vivere su di una sedia a rotelle. In questi anni a Bari, così come in tutta Italia, non ci sono centri specializzati per la rieducazione e riabilitazione di soggetti lesi al midollo spinale. Tutti viaggiano all’estero per le cure».

«Io sono stato in Francia – continua – al confine con la Svizzera. Qui ho incontrato altri pazienti della Puglia ricoverati all’interno di una Unità spinale dove ho fatto riabilitazione e dove lo sport è integrato con il basket in carrozzina. É così che ho iniziato, negli anni ’80 a praticare questo sport, come strumento di accompagnamento e di miglioramento fisico e psichico».

Da qui inizia il suo impegno nelle attività sociali, finalizzate a migliorare le condizioni di vita delle persone più svantaggiate. Supportato sempre da persone di grosso spessore umano della società barese.

In passato, prima dell’incidente, Romito ha avuto altre esperienze sportive come persona normodotata. «Ho giocato a calcio e praticato judo tra le altre discipline e non mi sono tirato indietro anni fa in questa nuova sfida che è mi ha accompagnato, dopo quell’incidente, per tutti gli anni successivi fino ad arrivare ad HBari2003».

Dopo la riabilitazione in Francia

«Al mio rientro in Italia a Bari, nel 1984, insieme con il prof. Antonio De Tommasi, Antonio Calace, Michele Belsanti, Berardino Del’Erba, Prof. Vincenzo Lenti, AVV Renato Verna, costituiamo l’Associazione Paraplegici Interregionale per la Puglia e Basilicata. E subito la proposta di un progetto per realizzare un Centro di rieducazione e riabilitazione anche nella nostra città. Un centro di Unità spinale unico nel sud l’Italia tra i centri di eccellenza, punto di riferimento, anche e soprattutto medico, dei soggetti da lesione del midollo spinale».

Nel 1985 un’altra associazione, l’Astra Bari

Tutto nasce dalla condivisione di una esperienza con il papà di un altro ragazzo barese, che ha fatto riabilitazione in Germania. E così è nata Astra Bari, insieme ad altri soggetti in particolar modo poliomielitici.

«Lo sport come strumento di riabilitazione ma anche strumento sociale che mi ha dato una continuità grazie al basket carrozzina. Con Astra Bari otteniamo dei grandi risultati e come atleta partecipo al campionato di A1 a livello nazionale girando tutta l’Italia con la squadra dal 1985 al 2003, poi è nata HBARI2003».

Dopo i primi anni con HBARI2003

Siamo nel 2008 e come negli anni ’80 ancora mancano le strutture che possono soddisfare i bisogni di chi cerca un servizio di riabilitazione sul nostro territorio, dopo gravi incidenti. Bisogna uscire dalla Puglia e andare nel nord Italia: Imola, Milano ma anche a Roma o in Umbria. Dei veri e propri viaggi della speranza.

«È per questo che proprio nel 2008 ho attivamente contribuito alla realizzazione, all’interno del Policlinico di Bari, dell’Unità Spinale per il recupero delle persone mielolesi, una struttura all’avanguardia, unica nel suo genere nel Sud Italia. Un altro impegno importante con il direttore del Policlinico di Bari Antonio Castorani, attualmente presidente Fondazione Puglia e con il direttore generale Angelo Dattoli. Dopo tre giorni da un nostro incontro nasce finalmente una importante struttura multidisciplinare».

Viaggi e meriti sportivi

HBari2003 negli anni ha viaggiato da nord a sud dell’Italia ottenendo grandi risultati sportivi e di merito. Affiliata alla Federazione italiana pallacanestro in carrozzina (Fipic) ha raggiunto la categoria A2 nel 2008-2009. Due Stelle di Bronzo al merito sportivo ricevute dal Comitato italiano paralimpico, per la continuità e l’impegno profusi nella diffusione della pratica sportiva per disabili.

«La prima mi è stata consegnata nel 2014, come dirigente, mentre nel 2021 la seconda però all’associazione HBARI2003, consegnata a firma del presidente nazionale Luca Pancalli».

E nel 2024?

Ogni lunedì e mercoledì il gruppo HBARI2003 si incontra al Pala Laforgia del San Paolo per allenarsi, stare insieme e socializzare. Sono attività fondamentali che hanno bisogno di molti operatori in campo. Otto operatori per quasi 30 ragazzi e ragazze.

«Questo dimostra – continua Romito – che i costi dalla gestione sulla disabilità intellettiva o del basket in carrozzina sono notevolmente maggiori rispetto a un basket in piedi di normodotati».

La squadra di basket in carrozzina invece si allena di venerdì sempre al Pala Laforgia. Per questo anno sportivo 2023/24 non fa il campionato ma pratica un’attività di avviamento allo sport per i nuovi atleti.

«Sono tanti gli amici ed enti che credono nel valore sociale di queste attività e sostengono HBari2003. Ci auguriamo – conclude Romito – che il prossimo anno la squadra possa ritornare a partecipare al campionato nazionale. Ringrazio tutti gli allenatori che abbiamo avuto in questi vent’anni».

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