«Poi è successo l’imponderabile». Così in conferenza stampa Pantaleo Corvino motivò il mancato arrivo di Maksimovic al Lecce. Una trattativa praticamente chiusa, portata in porto dal responsabile dell’area tecnica del Lecce e dal suo braccio destro, il direttore sportivo Stefano Trinchera. Saltata però all’ultimo per un clamoroso dietrofront del difensore serbo. «Motivazioni personali», su cui nessuno può metter bocca. Resta però la difficoltà di mettere una pezza a un buco, quello in difesa che più passa il tempo più lascia perplessi i tifosi, rinfrancati comunque dalla buona prova del reparto arretrato contro l’Inter, che in un modo o nell’altro è riuscito a rimbalzare gli attacchi dei nerazzurri.
L’imponderabile però è successo nuovamente, due giorni fa. Dopo aver annunciato in pompa magna l’arrivo del centrocampista norvegese Normann, il Lecce e il giocatore hanno fatto insieme marcia indietro. «Problemi burocratici», la motivazione ufficiale. In effetti Normann, di proprietà del Rostov, si è avvalso della possibilità concessa dalla Fifa ai calciatori dei club russi e ucraini, di non rispettare il contratto con il club di appartenenza fino al giugno 2023. La versione ufficiale parla di tempistiche allungatesi troppo, tanto da non permettere al giocatore di scendere in campo prima di almeno un mese. L’ufficialità dell’addio però è arrivata poco dopo la conclusione delle visite mediche del norvegese e c’è chi adduce alle regole stingenti della Serie A sull’idoneità sportiva il vero motivo della separazione.
Poco importa quali siano le vere ragioni di quest’altro “no”. Resta l’imponderabile, che per la seconda volta in poco tempo ha colpito il Lecce. I salentini hanno già dato in abbondanza, adesso è tempo che il fato gli restituisca qualcosa. Magari in campo, a incominciare da domani sera.