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Cinque punti in sei giornate, Lecce tra luci e ombre: Gotti riparte da Rebic e Dorgu

Si sono giocate 6 giornate del nuovo campionato di Serie A e il Lecce ha raccolto 5 punti. Sono numeri che non dicono poco, perché bisogna valutare bene alcuni fattori. Il primo è che non esiste una Cenerentola del campionato. La classica squadra ferma a 0 per un bel po’ di partite, che fa fatica…
Il croato Ante Rebic ha dimostrato di poter offrire qualche spunto in più in attacco

Si sono giocate 6 giornate del nuovo campionato di Serie A e il Lecce ha raccolto 5 punti. Sono numeri che non dicono poco, perché bisogna valutare bene alcuni fattori. Il primo è che non esiste una Cenerentola del campionato. La classica squadra ferma a 0 per un bel po’ di partite, che fa fatica a carburare e che da metà campionato in poi si capisce già che sarà ultima senza speranze. Almeno per ora. Tutte le “piccole” hanno fatto punti e mosso la classifica. Questo è sicuramente un fattore che rende la lotta salvezza, quest’anno, come annunciato anche da Gotti, estremamente difficile, oltreché di impossibile previsione. Anche qui, almeno per ora. Un altro fattore, guardando in casa Lecce, riguarda le avversarie affrontate dai salentini. Atalanta, Inter, Milan e Torino non sono sicuramente squadre agevoli e per una piccola rappresentano un ostacolo veramente grosso. Nei due scontri diretti contro Cagliari e Parma sono arrivati 4 punti. Segnale che la squadra c’è. Ma c’è stata anche a Torino contro il Toro, una delle rivelazioni di quest’anno, disputando un ottimo match e andando a schiacciare i granata in casa loro. E in questo senso anche l’ultima prestazione, quella col Milan, non è stata affatto buia: il Lecce ha creato tanto, sprecando altrettanto, ma, togliendo i 5 minuti folli, non ha concesso grandi occasioni ai rossoneri.

Il progetto Lecce

Ecco perché i rimpianti crescono, ma al tempo stesso cresce la speranza in un progetto che appare quanto mai solido. Un fattore che va approfondito e che ha in sé termini positivi e termini negativi è la statistica riguardo ai tiri in porta. Il Lecce è la squadra che ne ha realizzati di più. È anche, però, una delle squadre che hanno segnato di meno. Una contraddizione che è presto spiegata con la mancanza di lucidità sotto porta e con la difficoltà di andare in gol con più elementi. Anche l’anno scorso ci si trovò di fronte a questo problema e Gotti trovò la soluzione, mandando alla marcatura anche giocatori che non erano dei veri e propri centravanti. In questo senso deve lavorare anche quest’anno.

Le individualità

Un ultimo fattore da valutare riguarda i singoli. Il Lecce deve ripartire dalle ottime prestazioni viste finora, anche contro le big, e al tempo stesso dai suoi calciatori che in questo momento sono in forma. Gotti lo ha detto, ci saranno alti e bassi e anche i calciatori vivranno momenti positivi alternati a momenti negativi. È chiaro che non può contare su tutti contemporaneamente. Ma in questo momento è il caso di insistere su chi è in salute. E il primo fra tutti è Dorgu, che sta iniziando a crescere partita dopo partita e che rappresenta il vero jolly di questa squadra, capace di giocare ovunque e bene. Il secondo elemento che può guidare la riscossa, anche per le sue caratteristiche di leader, è sicuramente Rebic. Il croato si è messo a disposizione, allenandosi con umiltà e facendo vedere, in campo, degli ottimi spunti. Infine, ci sarà da lavorare sulla voglia di rivincita di Krstovic. Se la voglia di reagire avrà il sopravvento, il Lecce avrà un’altra freccia al suo arco.

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