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Catanzaro-Bari. Il dg Foresti: «Per gli avversari tanto rispetto ma nessuna paura»

Conto alla rovescia per Catanzaro-Bari: al Ceravolo domenica prossima 90 minuti che valgono un’intera stagione. Se il Bari sulla carta potrebbe accontentarsi anche del pareggio, i sette punti di svantaggio impongono un solo risultato per il Catanzaro. Diego Foresti, Direttore generale del Catanzaro, ha parlato del prossimo big match che potrebbe davvero valere un pezzo di Serie B.

Direttore, Catanzaro-Bari è la partita dell’anno?
«No. Si tratta di una gara senza dubbio importante, ma il campionato non finisce domenica. Abbiamo avuto un incidente di percorso a Monopoli, ma il nostro cammino non cambia. Il Bari rimarrà primo anche in caso di sconfitta, resta la squadra da battere».
Dopo il ko di Monopoli è l’ultima chiamata in ottica primo posto per il Catanzaro?
«Assolutamente no, penso che sia il Bari ad avere tutto da perdere. Credo sia una partita più decisiva per i nostri avversari. Siamo stati bravi a recuperare otto punti, poi si è creato un effetto fisarmonica, con punti persi e recuperati, che andrà avanti fino alla fine».
Più pressioni per il Catanzaro?
«No. Siamo sereni e tranquilli. Chiaramente se vinciamo potremo accorciare, mettendo più pressione. Dobbiamo rosicchiare più punti possibili, lotteremo finché la matematica non ci condannerà».
Che ambiente attende il Bari?
«Tanto rispetto, ma niente paura. L’ambiente è carico, c’è entusiasmo perché la squadra ha recuperato parecchi punti, offrendo ottime prestazioni, soprattuto in casa. Penso ci sarà il publico delle grandi occasioni. Ci sono tutti gli ingredienti per assistere a una bella partita».
Che partita si aspetta?
«Una gara dai ritmi molti intensi tra due squadre che giocano a calcio e costruite per vincere il campionato. Tempo permettendo, penso che si vedrà una bellissima gara. Se dovremo inchinarci perché il Bari sarà stato più bravo lo faremo giocando a calcio».
Quale sarà il pericolo principale per il Bari?
«Credo che la forza del Catanzaro sia il collettivo. Una squadra che corre e che pressa, formata da bravissimi giocatori, come del resto il Bari, e i risultati si vedono».
Dopo sei vittorie consecutive, quattro punti nelle ultime tre giornate: che succede?
«Non si può sempre vincere. Il mio vecchio direttore mi diceva sempre “più vinci, più la sconfitta è vicina, più perdi, più la vittoria è vicina”. Abbiamo fatto una grande rincorsa. Era normale che dopo tante partite ogni tre giorni arrivasse un calo, forse di concentrazione, non voluto. A Potenza abbiamo giocato su un campo freddissimo dopo la nevicata del mattino; a Monopoli sul fango. Non sono alibi, sicuramente ci abbiamo messo del nostro per perdere. Però non si tratta sicuramente di un calo, ma di incidenti di percorso che possono starci».
Come arriva il Catanzaro a questo appuntamento?
«Sappiamo qual è la nostra strada. Non ci fossilizziamo su domenica. Vincere sarebbe ottimo per accorciare, ma il campionato continua, anche perché questo è un girone nel quale se sbagli due partite ti ritrovi quarto. Ci sono tante squadre forti che stanno correndo. Come il Francavilla, l’Avellino è in ripresa. Ci interessa poco del Bari e delle altre, dobbiamo guardare solo a noi stessi».
Catanzaro definita regina del mercato invernale: quanto è cresciuta la squadra?
«È un dato di fatto che i giocatori presi a gennaio stiano rendendo bene. Penso a Biasci e Sounas. La squadra aveva già tasselli importanti, l’abbiamo migliorata con due tre innesti importanti. Altri come Iemmello e Maldonado per diversi motivi non sono ancora entrati, ma alla fine abbiamo guadagnato un altro «acquisto» come Rolando, a disposizione domenica. Abbiamo ritrovato Bayeye. Tanti nomi e ottime sorprese che messi insieme hanno fatto la differenza».
Con l’arrivo di Vivarini il Catanzaro ha cambiato marcia: c’è un po’ di rammarico per non aver pensato prima al cambio in panchina?
«Ma no. Calabro aveva fatto benissimo l’anno scorso, con alti e bassi in questa stagione. Si cambia sempre per migliorare. Vivarini sta facendo bene. Non è mai facile subentrare: ha imposto le sue idee e le sue regole, i giocatori si sono adeguati con un gioco che sta dando risultati, permettendo comunque di recuperare cinque punti al Bari».
Gara di tanti ex, tra cui Vivarini, Cianci, Rolando: questo quanto condizionerà l’approccio alla gara?
«Si saluteranno prima del fischio d’inizio come al solito, ma poi in partita ti dimentichi di tutto e non si guarda in faccia nessuno».
Obiettivo riscattare anche la sconfitta dell’andata?
«Sicuramente i punti dell’andata pesano. Avremmo meritato il pareggio. Fu una delle migliori partite della gestione Calabro: andare a Bari e giocare in quel modo, sul campo della capolista, non è mai facile. C’è rammarico perché gli scontri diretti valgono doppio. Però c’è sempre un momento nella vita in cui puoi riscattarti, e penso che domenica sia l’occasione giusta. È una fortuna incontrare il Bari ora e giocare uno scontro diretto in casa dopo una sconfitta».
Qual è il suo giudizio sul Bari?
«Sapevamo che fosse la squadra da battere e lo ha dimostrato, stando in testa dalla quinta giornata. È composta da tanti elementi di categoria superiore; penso ad Antenucci, che arriva sempre a 15-16 gol all’anno e fa la differenza, a Botta decisivo all’andata, all’ex Maita. Ce ne sono tanti».
Facciamo un gioco: se potesse per una partita ingaggiare un calciatore del Bari quale sceglierebbe e perché?
«Mai, mi tengo tutti i miei. La mia squadra è la più forte del mondo e non cambierei i miei calciatori con nessuno».

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