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Caprile: «Qui a Bari per diventare grande»

«I complimenti fanno piacere, ma non ho ancora fatto nulla. So che soltanto il lavoro paga». Parola del neo portiere del Bari, titolare in pectore, Elia Caprile. Nonostante i suoi circa 21 anni, l’estremo difensore veronese dimostra maturità tra i pali e anche davanti ai microfoni. L’ex Pro Patria, preso da Leeds a titolo definitivo,…

«I complimenti fanno piacere, ma non ho ancora fatto nulla. So che soltanto il lavoro paga». Parola del neo portiere del Bari, titolare in pectore, Elia Caprile. Nonostante i suoi circa 21 anni, l’estremo difensore veronese dimostra maturità tra i pali e anche davanti ai microfoni. L’ex Pro Patria, preso da Leeds a titolo definitivo, con successivo triennale su carta intestata biancorossa, diventa pompiere di se stesso per spegnere l’entusiasmo esplosivo che ha accompagnato le sue prime tre partite ufficiali con la maglia del Bari. Padova e Verona in Coppia Italia, Parma all’esordio in Serie B. 270 minuti subito da titolare, «rubando» i guantoni a Frattali, ricchi di parate decisive e prestazioni da veterano, con congratulazioni degli ex portieri della Nazionale Marchegiani e Zenga. «Li ringrazio, ma dei complimenti non me ne faccio nulla», osserva con malizia Caprile, chiedendo ai giornalisti di continuare a dargli del «tu» e non del «lei». «Non sono sorpreso di questo avvio – ammette – ma non mi aspettavo di giocare subito e non è detto che continui a farlo. Certo iniziare così mi ha fatto piacere. Devo lavorare sodo per mettere in difficoltà il mister nelle scelte».

Storia «strana» quella di Elia, molto simile a quella di tanti talenti non subito riconosciuti dal nostro Paese e così costretti a lasciare la patria per cercare fortuna. Quel contratto mai arrivato con il Chievo e l’opportunità di approdare alla corte di Bielsa nel Leeds a gennaio 2020 le tappe dell’addio. Opportunità decisiva quella del club inglese per formazione e crescita professionale, molto impegnativa invece sul piano umano: «Dopo due mesi dal mio arrivo, a gennaio 2020, è scoppiato il Covid, e così non sono più potuto tornare in Italia. La conoscenza con il mister è stata fondamentale, per il resto credo sia stata l’esperienza più difficile fuori dal campo», racconta Caprile.

Si arriva così alla storia recente, con un campionato di C a difendere la porta della Pro Patria e la chiamata di Polito. Una telefonata provvidenziale visto che il portiere veneto era cercato già da Como, Ternana, Brescia e Frosinone. Lo zampino del suo procuratore, l’ex portiere biancorosso Graziano Battistini, e le parole del ds napoletano hanno fatto subito breccia nel cuore e nella testa di Caprile: «La trattativa è nata quasi per caso. Fino a pochi giorni prima che si presentasse l’interesse del Bari pensavo di andare altrove. Poi c’è stato il contatto con il direttore sportivo e dopo aver parlato con lui ho immaginato il San Nicola; pensavo ai tempi di Barreto e Gillet. Ho apprezzato che il ds si sia esposto personalmente».

Pronti, via e subito testimone preso dall’esperto Frattali, con cui Caprile ammette di aver un «buon rapporto». In vetrina dopo le prime tre gare stagionali oltre alle parate l’estremo difensore biancorosso ha messo in evidenza carattere, personalità e grande consapevolezza: «Sono qualità che deve avere un portiere. Perché tutti i compagni riporgono fiducia in lui e bisogna avere queste caratteristiche per gestire le critiche. Oggi è tutto bello, ma domani si può essere giudicati come il più scarso. Serve quindi trovare equilibrio per farsi scivolare tutto addosso. Per il resto so perfettamente le difficoltà che ho dovuto superare nella mia vita. Non ho mai avuto paura di confrontarmi con stadi importanti e pieni di gente».

Tra questi ultimi c’è quel Bentegodi, dove il Bari ha battuto alla prima di Coppa Italia il Verona 4-1, che non ha mai visto all’opera Caprile, nonostante i circa tre anni passati nel Chievo. Una circostanza che non dimentica il 20enne veronese. Non un caso che voti la parata su Faraoni come la più bella tra quelle compiute finora con il Bari, «non tanto per il gesto tecnico, ma per la storia personale che c’è dietro», spiega il classe 2001.

Nel mirino di Caprile intanto due obiettivi. Uno a breve termine, l’altro inseguito da tempo: l’esordio al San Nicola e la Nazionale. «Non so se venerdì con il Palermo giocherò, sceglierà il mister. Aspetto il momento con ansia positiva. Non vedo l’ora di vedere lo stadio pieno e rinnovato. Spero che vengano tanti tifosi per sostenerci, perché è una gara molto importante per noi.» Non nasconde poi il profumo di Azzurro nell’aria Caprile: «Giocare in Nazionale è il sogno di ogni bambino, ma non sono io a dover dire se sia pronto. È il ct che fa le scelte. So che giocando e lavorando sodo a Bari posso raggiungere l’obiettivo dell’Under 21. Un traguardo al quale ambivo sin dall’anno scorso. Per me rappresenterebbe solo un punto di partenza, non di arrivo».

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